Svelato il mistero che potrebbe risolvere gli omicidi (e ha a che fare con i microbi)

Esiste una rete di microbi che si posiziona sui cadaveri durante la decomposizione: analizzandoli si potrebbe capire l’ora del decesso per svelare cosa c’è dietro agli omicidi

Con una scoperta rivoluzionaria, gli scienziati hanno identificato un gruppo di microbi che si trovano sui cadaveri in punti specifici durante la decomposizione, consentendo di calcolare molto più facilmente l’ora del decesso.

I corpi sono stati studiati mentre si decomponevano in una varietà di ambienti e gli scienziati hanno scoperto una rete di 20 microbi diversi presenti su tutti i corpi, che appaiono come un orologio in determinate fasi del processo di decomposizione, secondo un nuovo articolo pubblicato sulla rivista Nature Microbiology.

Gli scienziati sperano che questo possa essere utilizzato per individuare l’ora del decesso dei corpi nelle indagini sugli omicidi, aiutando in modo significativo gli sforzi per risolverli. Quando un animale o qualsiasi altro essere vivente muore, infatti, inizia a decomporsi e i suoi materiali organici vengono digeriti e reimmessi nella catena alimentare.

Esistono diversi stadi di decomposizione di un corpo umano: fresco, gonfio, attivo, avanzato e secco. Mentre le cellule iniziano a digerirsi, gli organi interni iniziano a gonfiarsi a causa del gas rilasciato dai batteri e gli insetti iniziano a deporre le uova nelle parti più morbide del corpo. Queste larve si schiudono poi come vermi e divorano altri tessuti molli.

Come si determina l’ora del decesso

Nel caso di una morte recente, l’ora del decesso viene determinata in base alla temperatura del corpo e allo stadio di rigor mortis in cui si trova, mentre i corpi morti da più tempo vengono giudicati in base allo stadio di decomposizione. Tuttavia la velocità con cui il corpo si raffredda o la velocità con cui si avvia la decomposizione, dipende dall’ambiente circostante.

L’inizio del rigor mortis è di solito 2-4 ore dopo la morte e il rigor mortis passa tra 36-72 ore dopo la morte. La velocità con cui un corpo morto si raffredda dipende da fattori interni al corpo stesso, come la massa corporea e i processi patologici presenti, e dalle condizioni ambientali, come la temperatura dell’aria, la presenza o meno di acqua, ecc.

Questo studio ha esaminato 36 cadaveri in diverse strutture, misurando come i loro microbiomi cambiassero nel corso della decomposizione in climi e stagioni diverse dell’anno. I ricercatori hanno scoperto che, indipendentemente dal clima e dal tipo di terreno, in tutti i 36 corpi è stato trovato lo stesso insieme di 20 microbi. Questi microbi sono arrivati nello stesso momento su tutti i corpi.

I possibili risvolti della ricerca

Questa scoperta ha importanti implicazioni per la scienza forense, in quanto questi microbi potrebbero essere utilizzati per aiutare a capire con maggiore precisione da quanto tempo un corpo è morto dato che non si può mai sapere se ci saranno impronte digitali, macchie di sangue o filmati di telecamere. Tuttavia i microbi saranno sempre lì.

Utilizzando i dati dello studio, gli autori hanno creato uno strumento di apprendimento automatico in grado di prevedere il tempo trascorso dalla morte sulla base del microbioma. Questo sarà particolarmente utile per i corpi ritrovati all’aperto, in quanto ci sono meno indizi sul momento della morte dopo l’esposizione agli elementi.

Inoltre questi microbi sembrano essere portati sui corpi attraverso gli insetti che arrivano per nutrirsi dei corpi e deporre le uova. I ricercatori sperano che questi risultati possano essere utilizzati non solo per aiutare le indagini forensi, ma anche per la ricerca sull’ecologia microbica e l’agricoltura.

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Fonte: Nature Microbiology

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