La Francia sta per vietare lo spionaggio con gli smartphone: ecco cosa succederà

Il Consiglio costituzionale francese ha respinto la parte della legge sulla giustizia che prevedeva l’accensione a distanza della fotocamera e del microfono degli smartphone nell’ambito delle indagini

Quando il Ministro della Giustizia francese, Éric Dupond-Moretti, ha presentato il disegno di legge sulla giustizia, ha espresso la volontà di concedere un nuovo “diritto” alla polizia. Stava infatti pensando di dare agli agenti di polizia e ai gendarmi la possibilità di attivare a distanza il microfono e la telecamera di uno smartphone nell’ambito di un’indagine giudiziaria.

Questa possibilità era riservata a pochi casi altamente sensibili, come la criminalità organizzata o i reati di terrorismo. Il 16 novembre, il Consiglio costituzionale, l’organo di controllo dei diritti francesi, ha respinto questa misura, escludendo così questo aspetto della legge sulla giustizia.

Perché il Consiglio costituzionale ha respinto questo progetto?

Nella legge proposta da Éric Dupond-Moretti, si affermava che i giudici potevano autorizzare gli investigatori ad attivare a distanza un dispositivo connesso. Ciò era consentito allo scopo di geolocalizzare un sospetto o di ottenere informazioni nell’ambito di indagini che potevano comportare una pena detentiva di almeno cinque anni.

Solo gli investigatori potevano utilizzare questo nuovo dispositivo, mentre erano esclusi avvocati, parlamentari, medici, giornalisti, commissari giudiziari e magistrati. Il testo autorizzava anche l’attivazione a distanza di un dispositivo collegato per ascoltare e catturare immagini a determinate condizioni.

Ma per quale motivo il Consiglio Costituzionale ha deciso di respingere questo progetto? Nella motivazione fornita si legge come:

L’attivazione a distanza di dispositivi elettronici al fine di catturare suoni e immagini, senza che sia nemmeno necessario che gli investigatori accedano fisicamente a locali privati per installare dispositivi di suono e di cattura, è suscettibile di causare una violazione particolarmente grave del diritto al rispetto della vita privata.

L’attivazione a distanza è usata per i servizi di emergenza

In pratica, dunque, l’attivazione a distanza di telecamere e microfoni sarebbe una privazione dei diritti e delle libertà. Tuttavia, nonostante l’opposizione a questa nuova misura, l’attivazione a distanza è già utilizzata per altri scopi, in particolare dai servizi di emergenza come i vigili del fuoco.

Questo è possibile grazie al software XpertEye e può salvare vite umane. Già testato in alcuni dipartimenti, tra cui il Tarn, consente al personale di emergenza di prendere il controllo della telecamera. Quando si compone il 18 o il 112, risponde un operatore del Centro di risposta alle emergenze.

A seconda della situazione, l’operatore può chiedere l’autorizzazione ad accedere alla telecamera del vostro smartphone, a condizione che questo disponga di una connessione a Internet. Se l’utente accetta, l’operatore inserisce il suo numero di telefono nella piattaforma XpertEye, attivando così l’invio di un SMS contenente un link.

È sufficiente cliccare sul link per stabilire la connessione. Questo strumento consente ai cittadini di svolgere un ruolo attivo nella protezione civile, aiutando a gestire la risposta. L’applicazione aiuta a determinare se è necessario aggiungere risorse. Il tutto senza invadere la privacy dato che non memorizza alcun dato e si disattiva dopo un’ora.

Seguici su Telegram Instagram | Facebook TikTok Youtube

Fonte: Justice Loi du 20 novembre 2023 orientation et programmation 2023-2027

Ti potrebbe interessare anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook