Scoperto un sistema planetario “vicino” a noi, con almeno due super-terre nella sua orbita

A soli 11 anni luce di distanza dal sole c'è una stella che ospita 2 pianeti e potenzialmente un terzo, candidato a ospitare la vita

Meno di tre decenni fa, nessun pianeta oltre il Sistema Solare era stato ancora osservato, sebbene la sua esistenza fosse considerata altamente probabile. Dal 1995 ne sono stati individuati oltre 4.000 ma di recente un team di astronomi dell’Università di Goettingen ha scoperto un nuovo sistema planetario, incredibilmente vicino a noi, che potrebbe ospitare due super-terre.

Il sole che sta al centro di questo sistema planetario è la stella GJ 887 o Gliese 887, una nana rossa circa la metà del nostro Sole. Essa si trova a circa 11 anni luce di distanza, una distanza che consentirebbe di studiare l’atmosfera dei suoi Pianeti alla ricerca di forme di vita.

Secondo il nuovo studio, il sistema  ospita almeno due, e forse tre pianeti extrasolari di dimensioni super-terrestri. Le super-terre sono pianeti che hanno una massa superiore a quella della Terra ma sostanzialmente inferiore a quella dei nostri giganti di ghiaccio, Urano e Nettuno.

“La loro vicinanza offre un’opportunità promettente per studiare le atmosfere degli esopianeti utilizzando il telescopio spaziale James Webb, che sarà presto lanciato” spiega il team di ricerca.

Per scoprire questi nuovi esopianeti gli scienziati di RedDots dell’Università di Goettingen hanno utilizzato le misurazioni Doppler del movimento della stella attraverso lo spettrografo HARPS all’Osservatorio europeo meridionale in Cile, con l’obiettivo di rivelare l’attrazione gravitazionale di tutti i pianeti che orbitavano attorno ad essa. Utilizzando questo approccio, Sandra Jeffers e colleghi hanno osservato GJ 887 ogni notte per tre mesi. Combinando i loro dati con le misurazioni della stella, che durano da quasi 20 anni, essi hanno rilevato la presenza di almeno due pianeti di dimensioni super-terrestri, che orbitavano vicino alla loro stella con periodi orbitali di 9,3 e 21,8 giorni. In altre parole, il loro anno durava una manciata di giorni, a differenza dei 365 terrestri.Inoltre, hanno trovato le prove di un possibile terzo pianeta più lontano, con un periodo orbitale di circa 50 giorni.

Secondo gli autori, entrambi i pianeti confermati sono probabilmente troppo caldi per ospitare l’acqua allo stato liquido sulla superficie anche se si trovano vicino alla zona abitabile della nana rossa, dove l’acqua può esistere in forma liquida e potrebbero essere dei mondi rocciosi. Tuttavia, la posizione più distante del terzo pianeta, seppur non confermato, può collocarlo all’interno della cosiddetta “zona abitabile” di GJ 887.

Perché GJ 887 è una stella speciale

Innanzitutto per la sua vicinanza. Gliese 887 è una delle stelle più vicine al Sole, a circa 11 anni luce di distanza. Inoltre, essendo una nana rossa è molto più fioca del nostro Sole, il che significa che la zona abitabile è più vicina alla stella. RedDots ha scoperto altri due fatti interessanti su Gliese 887. Il primo è che essa ha poche macchie solari. Se Gliese 887 fosse attiva come il nostro Sole, è probabile che un forte vento stellare, il materiale che fuoriesce e in grado di erodere l’atmosfera di un pianeta, spazzerebbe semplicemente via le atmosfere dei pianeti ospiti.

Ciò significa che i mondi appena scoperti possono conservare le loro atmosfere o avere atmosfere più spesse della Terra e potenzialmente ospitare la vita. L’altra caratteristica interessante che il team ha scoperto è che la luminosità di Gliese 887 è quasi costante. Pertanto, sarà relativamente facile rilevare le atmosfere del sistema super-terrestre, rendendolo un obiettivo primario per il James Webb Space Telescope, un successore del telescopio Hubble.

“Se qualcuno dovesse vivere intorno a una nana rossa, vorrebbe scegliere una stella tranquilla come GJ 887. Se ulteriori osservazioni confermeranno la presenza del terzo pianeta nella zona abitabile, allora GJ 887 potrebbe diventare uno dei sistemi planetari più studiati nel quartiere solare”, spiega Davies.

Per fortuna, ancora oggi non abbiamo i mezzi per compiere viaggi interstellari altrimenti saremmo in grado di distruggere altre terre.

Fonti di riferimento: Università di Goettingen, Eurekalert, Science

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