La Terra era “piatta” come un confetto Smarties: lo studio che riscrive la storia del nostro Pianeta

La recente ricerca dell'UCLan svela una fase inedita nella formazione dei pianeti: prima di divenire sfere, attraversano un appiattimento: uno studio che apre nuove prospettive sui processi cosmici, sfidando le teorie esistenti e arricchendo la nostra comprensione dell'universo

In passato la Terra, il pianeta che oggi conosciamo come una sfera quasi perfetta, avrebbe potuto essere “piatta“. Non nel senso delle teorie complottiste che circolano su internet, ma come parte di un affascinante capitolo nella lunga storia della formazione planetaria. Recenti scoperte scientifiche ci portano a riconsiderare tutto ciò che credevamo di sapere sulla nascita dei pianeti, incluso il nostro.

Lo studio condotto dall’Istituto di Matematica, Fisica e Astronomia dell’UCLan ha portato a una scoperta eccezionale che cambia le nostre concezioni sulla nascita dei pianeti. Attraverso l’uso di sofisticate simulazioni al computer, i ricercatori hanno indagato il processo di formazione planetaria, scoprendo che i pianeti, nel loro cammino evolutivo, potrebbero aver attraversato una fase temporanea di appiattimento prima di acquisire la loro caratteristica forma sferica.

Questo studio illumina la genesi dei protopianeti, che sembrano originarsi dalla frammentazione di enormi dischi di gas in rotazione attorno a stelle neonate. Tale processo, noto come “accrescimento del nucleo” o “teoria dell’instabilità del disco“, comporta l’unione di particelle di polvere in entità sempre più grandi o la frammentazione diretta di dischi protostellari. Queste fasi preliminari segnano l’inizio del viaggio evolutivo dei pianeti, che li porta a sviluppare la loro forma definitiva.

Terra piatta

©UCLan

Il mistero della formazione degli esopianeti

La ricerca ha svelato che, contrariamente alle ipotesi precedenti, i pianeti durante la loro formazione non assumono immediatamente una forma sferica, ma passano per una fase in cui presentano una forma sferoide oblata, paragonabile ai famosi confetti Smarties. Questa osservazione rappresenta una svolta nelle teorie correnti sulla formazione planetaria, suggerendo che l’accumulo di materiale avviene prevalentemente ai poli piuttosto che lungo l’equatore.

Studiamo la formazione dei pianeti da molto tempo, ma mai prima d’ora avevamo pensato di controllare la forma dei pianeti mentre si formano nelle simulazioni. Avevamo sempre pensato che fossero sferici. Siamo rimasti molto sorpresi dal fatto che si sono rivelati sferoidi oblati, abbastanza simili agli Smarties!

Negli ultimi trent’anni, la scoperta di migliaia di esopianeti ha sollevato numerose domande sul loro processo formativo. Sebbene l’accrescimento del nucleo e la teoria dell’instabilità del disco forniscano spiegazioni su come questi pianeti possano formarsi rapidamente e a grandi distanze dalla loro stella ospite, molte dinamiche rimangono ancora da chiarire. Questo studio apre nuove strade per la ricerca, offrendo spunti fondamentali per comprendere meglio i meccanismi alla base della formazione degli esopianeti.

Approfondendo l’analisi, il team di ricerca ha esplorato le proprietà dei pianeti nelle loro fasi iniziali di evoluzione, incluso il potenziale sviluppo in giganti gassosi che superano le dimensioni di Giove. L’indagine ha inoltre considerato come vari fattori, quali la temperatura e la densità del gas, influenzino lo sviluppo planetario. I risultati hanno fatto emergere indizi di una possibile fase transitoria in cui la Terra avrebbe potuto presentare una forma appiattita, prima di trasformarsi nella massa rocciosa sferica che abitiamo oggi.

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Fonte: NextMeUCLan

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