Il luogo di sepoltura più antico conosciuto al mondo non è stato realizzato dalla nostra specie

Una sorprendente scoperta in Sudafrica ridefinisce le nostre nozioni sull'evoluzione: l'Homo naledi, con un cervello piccolo, sfida le teorie esistenti dimostrando comportamenti simbolici e funerari inaspettati

Il team di paleontologi guidato dal rinomato paleoantropologo Lee Berger ha annunciato la scoperta di un luogo funerario che potrebbe essere il più antico mai conosciuto. Questo sito, collocato nelle profondità di un sistema di grotte nella Culla dell’umanità, un patrimonio mondiale dell’UNESCO vicino a Johannesburg, contiene i resti dell’Homo naledi. Questa specie, un parente lontano dell’uomo con un cervello delle dimensioni di un’arancia, era precedentemente considerata priva di comportamenti complessi.

La specie Homo naledi, con le sue dita ricurve e capacità di utilizzare strumenti, ha già sfidato la concezione tradizionale dell’evoluzione umana, come sottolineato dagli studiosi:

Queste scoperte mostrano che le pratiche mortuarie non erano limitate all’Homo sapiens o ad altri ominini con grandi dimensioni del cervello.

Le sepolture

Le ossa, rinvenute in buche di forma ovale, suggeriscono pratiche funerarie deliberate, un comportamento ritenuto precedentemente esclusivo di esseri con cervelli più sviluppati. Queste sepolture, datate a circa 200.000 anni fa, superano le testimonianze di sepoltura di Homo sapiens di almeno 100.000 anni. Agustín Fuentes dell’Università di Princeton suggerisce che la nostra comprensione dell’evoluzione umana potrebbe necessitare di una riscrittura:

La sepoltura, la creazione di significato e persino l’arte potrebbero avere una storia non umana molto più complicata e dinamica di quanto pensassimo in precedenza.

Oltre alla sepoltura, infatti, il sito ha rivelato incisioni su un pilastro della grotta, incluse forme geometriche e una figura che assomiglia a un hashtag. Questi dettagli suggeriscono che gli Homo naledi avevano comportamenti simbolici, una capacità non ritenuta possibile date le dimensioni del loro cervello.  Lo studio è ora in attesa di ulteriori analisi e ricerche di revisione paritaria.

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Fonte: eLife

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