Gjellestad: la misteriosa nave vichinga sepolta in Norvegia e i suoi segreti perduti

In Norvegia, sui fiordi di Oslo, sono stati ritrovati i resti di una nave vichinga seppellita. Durante gli scavi gli archeologi hanno rintracciato testimonianze di diverse epoche nel luogo in cui l'imbarcazione è stata sepolta e sperano di poter svelare alcuni suoi affascinanti misteri

Era il 2018 quando un georadar dell’istituto scandinavo dei beni culturali Norsk insitutt for kulturminneforskning (NIKU) rintracciò i resti di un relitto, luoghi di sepoltura e almeno cinque abitazioni risalenti all’Età del Ferro nel monumentale tumulo di Jellhaugen, contea di Viken, ai lati del fiordo di Oslo.

L’indagine geofisica mostrò una struttura simile a una nave in un grande cerchio. La poppa e la prua sembravano scomparse. L’imbarcazione, ribattezzata nave Gjellestad, era stata sepolta come simbolo del potere di un esponente di rilievo della società. 

georadar nave vichinga

@NIKU

Dal 2020 nell’area sono iniziate le campagne di scavo per risolvere gli enigmi legati a questo relitto e datarlo con precisione. La datazione al radiocarbonio ha stabilito che si trattava di una nave vichinga realizzata tra la fine dell’VIII e il X secolo. Il legno utilizzato per la sua costruzione fu tagliato dopo l’anno 732.

Si tratta della prima metà dell’era vichinga, un periodo complesso in cui molti regnanti cercavano di imporsi sulla comunità e rafforzare il loro dominio. Proprio questa sepoltura potrebbe fornire indizi chiave per conoscere più a fondo l’evoluzione della zona di Jellhaugen e i suoi segreti.

L’intera area ha affascinato gli archeologi di tutto il mondo custodendo reperti e testimonianze di tante epoche diverse. Le più antiche risalirebbero all’Età del Bronzo. In questo ricco quadro storico si colloca la nave Gjellestad. È possibile che Jellhaugen fosse già allora un luogo sacro dove affidare alla terra le spoglie dei condottieri, la loro imbarcazione e i corredi funebri.

Ciò che ha stupito i ricercatori durante gli scavi è il ritrovamento della chiglia, una grossa trave lignea che percorre l’imbarcazione da poppa a prua. Sorprendentemente la chiglia era diversa da quella di tutte le altre navi che gli studiosi conoscono.

Se questo dato può aver risposto ad alcune domande degli esperti, ha fatto anche emergere nuovi quesiti. Nei suoi pressi è stato trovato anche un dirhem, una moneta araba. Che la nave abbia solcato i mari dell’Oriente? Dalle testimonianze archeologiche si ipotizza per altro che il territorio circostante Jellhaugen fosse un sito mercantile, ma cosa ne rimane oggi?

Nell’area non sono ancora stati trovati resti di persone sepolte e nemmeno gioielli o armi, ma gli studiosi sono fiduciosi di poter scoprire presto qualcosa.

Gli scavi di questo autunno sono stati effettuati nella parte della nave con le peggiori condizioni di conservazione. Speriamo che possa essere rimasto qualcosa dei pannelli della pavimentazione. Partiamo dal presupposto che ci sia stata una camera funeraria da qualche parte nella nave, e che almeno una persona sia sepolta qui con oggetti necessari nell’aldilà.

Dovrebbe anche essere possibile trovare tracce di alcuni degli estesi rituali che hanno avuto luogo quando qualcuno stava passando dall’altra parte, ad esempio, potremmo trovare resti di animali dopo i sacrifici, ha detto l’archeologo Christian Løchsen Rødsrud.

Considerate le condizioni in cui si trova la nave Gjellestad, gli esperti sperano di poterla ricostruire digitalmente nel dettaglio quanto prima. È chiaro che, a differenza di altri scafi vichinghi, questo non verrà collocato in un museo. Bisogna provare a recuperare quanto rimane dell’imbarcazione prima che sia troppo tardi e i misteri legati al relitto possano andar perduti per sempre.

L’incredibile storia di questa nave è stata narrata attraverso video e illustrazioni in 3D che mostrano i lavori di scavo, le ipotesi degli archeologi.

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Fonte: NIKUMuseum of the Viking Age

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