Dai fondali di Agrigento riemerge uno spettacolare altorilievo di un cavallo rampante

Eccezionale ritrovamento nelle acque della trinacria, dove ad Agrigento è stato portato in superficie un altorilievo raffigurante un quadrupede. Potrebbe trattarsi di parte del timpano del tempio di Zeus

Straordinario ritrovamento in Sicilia. Dalle acque che bagnano Agrigento è riaffiorato un imponente altorilievo che raffigura un quadrupede rampante. Il reperto è stato scoperto nei fondali di San Leone a circa 10 metri di profondità.

Era stato segnalato lo scorso anno dall’associazione BC Sicilia, la quale aveva provveduto a una realizzare un rilievo tridimensionale scattando oltre 200 fotografie subacquee.

https://www.facebook.com/associazionebcsicilia/videos/909700017279759

Solo recentemente, però, è stato possibile recuperare l’altorilievo e trainarlo fino al porto turistico della località balneare. Si trovava a 300 metri dalla costa.

L’operazione ha visto la partecipazione della Soprintendenza del mare della Regione Siciliana, parco archeologico della Valle dei Templi, nucleo Tutela patrimonio culturale dei Carabinieri di Palermo e nucleo Carabinieri subacquei di Messina.

https://www.facebook.com/associazionebcsicilia/posts/pfbid0bUHeWcm2aZ9h4tybH2JgCXB9ar6ekxDGgZqwenma8buyzhDWno1pM4h7LxF83PF3l

Ciò che lascia esterrefatti sono le dimensioni di questo pezzo. L’altorilievo misura oltre 2 metri di larghezza ed è in pietra lavorata. Il suo stato di conservazione è discreto, ma deve essere sottoposto inevitabilmente a interventi di restauro.

Sarà l’Università di Palermo a condurre analisi più accurate per scoprire i particolari di questo altorilievo, la provenienza del materiale e tanto altro ancora. Le ipotesi avanzate sono tante. Secondo alcuni esperti, potrebbe trattarsi di un fregio del timpano del tempio di Zeus.

Per Francesco Paolo Scarpinato, assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana, bisogna portare pazienza perché saranno le indagini a svelarci i segreti di questo prezioso tesoro.

È ancora prematuro stabilire l’origine e l’utilizzo dell’altorilievo. Soltanto un attento lavoro da parte degli archeologi e dei tecnici potrà svelare la natura del reperto, già al vaglio degli esperti. L’incessante attività della Soprintendenza nelle azioni di tutela dei beni culturali sommersi conferma, ancora una volta, l’attenzione rivolta alla storia celata nei nostri fondali e operazioni come questa aprono nuovi scenari per la ricostruzione del passato” ha dichiarato Scarpinato.

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Fonti: Regione Sicilia – BCsicilia/Facebook

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