Spugnare le friselle in acqua di mare è davvero una buona idea?

Smontata la convinzione che sia una tradizione cui tenere fede nei secoli dei secoli, l'abitudine di bagnare del cibo nell'acqua di mare per poi mangiarlo non regge più. Inquinamento, batteri ed eccesso di sale sono una grave minaccia per la nostra salute

Prima una frisella (o fresella), poi una bella fetta di mozzarella colante: il video di una ragazza che bagna il cibo nell’acqua di mare prima di addentarlo ha fatto il giro del web. Un’usanza che, in realtà, ha le sue radici nella notte dei tempi, ma che – oggi più che mai – non è scevra da pericoli per la salute.

L’alimento per eccellenza (nella cultura popolare) da immergere in mare è proprio la frisella, un super tarallo di grano duro cotto al forno e biscottato le cui origini risalirebbero al X secolo a.C.: tanto quanto basta per fare di questa “abitudine”, dai più ricondotta ai pescatori, qualcosa di davvero antico. Ma adesso gli esperti ammoniscono: l’acqua di mare, se ingerita, fa male!

Motivo numero uno? Se bevuta al posto dell’acqua dolce, quella di mare può provocare disidratazione a causa dell’elevata quantità di sale (pari a circa 35 grammi per litro contro un decimo di grammo nell’acqua di fiume).

Cos’è l’acqua salata?

L’acqua salina contiene quantità significative (indicate come “concentrazioni”) di sali disciolti, il più comune è il sale che tutti conosciamo così bene: il cloruro di sodio. In questo caso, la concentrazione è la quantità (in peso) di sale nell’acqua, espressa in “parti per milione” (ppm). Se l’acqua ha una concentrazione di 10.000 ppm di sali disciolti, allora l’uno percento (10.000 diviso per 1.000.000) del peso dell’acqua proviene da sali disciolti.

Ecco i parametri per l’acqua salata:

  • Acqua dolce – Meno di 1.000 ppm
  • Acqua leggermente salina – Da 1.000 ppm a 3.000 ppm
  • Acqua moderatamente salina – Da 3.000 ppm a 10.000 ppm
  • Acqua altamente salina – Da 10.000 ppm a 35.000 ppm (l’acqua dell’oceano)

Ecco perché bere acqua di mare fa male

    • Troppo sale: la salinità del nostro sangue di solito è attorno allo 0,9%, mentre la concentrazione dell’acqua di mare è del 3,5%.
      Ingerire molta acqua di mare aumenterebbe dunque la concentrazione di sale nel sangue e ciò non fa altro che sovraccaricare i reni.
      Attraverso l’urina, potremmo sì essere in grado di buttare via molta acqua per liberarci del sale in eccesso, ma ciò potrebbe appunto disidratarci, con possibili reazioni pericolose.
    • Quella stessa enorme concentrazione di sale non può non incidere negativamente sulla pressione sanguigna, mettendo a rischio la salute cardiovascolare
    • Batteri a go go, non è difficile comprenderlo: anche laddove l’acqua di mare appare cristallina, è sempre soggetta alla contaminazione da parte di organismi marini, batteri, sostanze chimiche e inquinanti. Da enterobatteri e batteri fecali come l’Escherichia coli, oltre a virus e altri agenti patogeni legati
    • Inquinamento: necessario parlarne? Ahinoi, non esiste oramai goccia di mare che non sia inquinata. L’elevata concentrazione di barche dove generalmente sostiamo per fare un tuffo, fa sì che quell’acqua sia piena zeppa di idrocarburi e di oli. E non solo: l’inquinamento da plastica e di microplastiche nei mari è l’urgenza numero uno dei nostri tempi, bevendola o immergendoci del cibo da mangiare rischiamo di ingerire anche roba di cui il nostro corpo deve necessariamente fare a meno.

Insomma, siamo sicuri che quella meravigliosa, preziosisssima acqua di mare non dovremmo cominciare a preservarla piuttosto che berla?

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Fonti: NOAA / USGS

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