Spinaci contaminati da stramonio: si rischiano nuove allerte alimentari, “servono misure più rigide”

Uno studio condotto dall'Università di Parma e dall'Izs Lombardia ed Emilia ha studiato i casi di intossicazione da spinaci contaminati da stramonio che si sono verificati in Italia tra il 2022 e il 2023. Si tratta di un problema di sicurezza alimentare emergente per cui va fatto un serio programma di prevenzione

Forse ricorderete che nel 2022 si sono verificate una serie di intossicazioni causate dal consumo di spinaci contaminati. Inizialmente si pensava che all’interno della verdura che tutti conosciamo fosse finita la mandragora, un’erba tossica, in realtà si è scoperto poi che si trattava probabilmente di stramonio.

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Dopo diversi casi segnalati in molte regioni del nostro Paese, un nuovo studio condotto dall’Università di Parma e dall’Izs Lombardia ed Emilia ha voluto indagare meglio sulla questione, facendo luce su quella che può essere considerata una nuova emergenza relativa alla sicurezza alimentare.

Per chi non ricordasse l’accaduto, il primo allarme è scattato nell’ottobre 2022, quando otto consumatori nel napoletano sono stati vittime di un’intossicazione alimentare dopo aver consumato spinaci contaminati. In seguito, nel febbraio 2023, un episodio simile ha coinvolto spinaci con mozzarella surgelati, aumentando il numero totale di persone intossicate.

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Una serie di casi simili sono segnalati in realtà in varie regioni italiane, comprese Lombardia e Lazio, il che ha spinto le autorità sanitarie e gli esperti a indagare più a fondo sulla questione. Il nuovo studio, che sarà pubblicato sul numero di giugno della rivista scientifica Food Control, non ha fatto altro che confermare la preoccupante frequenza di intossicazioni da alcaloidi tropanici in Italia.

Il rapporto ricorda quali sono stati i sintomi che hanno colpito le persone affette da intossicazione a causa degli spinaci: bocca secca, difficoltà di parlare e deglutire, tachicardia, sonnolenza, vertigini, allucinazioni e delirio. Sintomi spesso importanti che, se trascurati, possono avere conseguenze gravi.

Come hanno evidenziato gli esperti, la contaminazione degli spinaci con alcaloidi tropanici è stata associata a verdure a foglia, verosimilmente piante tossiche del genere Datura. Infatti, anche se non sono state individuate le specifiche piante responsabili, l’analisi chimica degli alimenti ha rivelato la presenza di atropina e scopolamina.

In due punti salienti dello studio si legge infatti:

  • La sospetta contaminazione crociata degli spinaci con Datura stramonium non è stata confermata.

  • I livelli di esposizione agli alcaloidi tropanici hanno superato la soglia di sicurezza tossicologica.

Gli esperti mostrano preoccupazione riguardo alla mancanza di limiti massimi in Europa per gli alcaloidi tropanici nelle verdure a foglia, sottolineando la necessità di regolamentazioni più adeguate e rigide per proteggere i consumatori.

Lo studio sottolinea di conseguenza l’importanza di implementare programmi come le buone pratiche agricole e le buone pratiche di produzione per prevenire ulteriori casi di intossicazione. Fondamentale una formazione adeguata per i lavoratori agricoli e seguire le procedure adeguate di pulizia e trasporto delle materie prime.

Non c’è dubbio che sia necessaria maggiore sorveglianza e misure protettive. L’esposizione alimentare agli alcaloidi tropanici ha superato, nei casi segnalati, i valori guida tossicologici, con particolare rischio per i bambini piccoli. Importante quindi non sottovalutare la situazione ma intensificare gli sforzi per garantire la sicurezza alimentare di tutti i consumatori.

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Fonte: Food Control

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