Scoperto in un piccolo verme il segreto della longevità: vivremo fino a 500 anni?

Un gruppo di ricercatori è riuscito ad allungare la vita di un piccolo verme di ben 5 volte, agendo su due geni che danno un risultato sinergico

Un gruppo di ricercatori è riuscito nell’arduo compito di allungare la vita di una specie animale di cinque volte, aumentando l’aspettativa di vita del 500%.

Gli esperimenti sono stati condotti dai biologi del Mount Desert Island Biological Laboratory e del Buck Institute for Research on Aging, in collaborazione con l’Università di Nanchino, su alcuni esemplari di Caenorhabditis elegans, un nematode spesso utilizzato per studiare le cause e i meccanismi dell’invecchiamento poiché condivide con l’uomo molti dei suoi geni.

Questo piccolo verme non parassita, lungo meno di dieci centimetri, vive in media tre o quattro settimane, ma i ricercatori, agendo sul suo DNA sono riusciti a far sopravvivere un esemplare per ben 14 settimane.

I biologi hanno lavorato su due geni in particolare, il DAF-2 e il RSKS-1, scoprendo che una mutazione a carico di entrambi è in grado di agire in modo sinergico sulla longevità, allungando la vita di una specie animale di addirittura cinque volte.

Geni longevità

L’effetto sinergico potrebbe spiegare come mai fino a oggi non sia stato trovato un solo gene responsabile di una maggiore aspettativa di vita di alcune persone e in grado di vivere più a lungo di altre senza ammalarsi gravemente.

Grazie a questa scoperta vivremo anche noi fino a 500 anni? Molto probabilmente no (o non ancora), ma i risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Cell Reports, aprono le porte a nuove sperimentazioni per realizzare farmaci e trattamento anti-invecchiamento efficaci.

È infatti improbabile che le modifiche genetiche apportate sui vermi diano gli stessi risultati sull’uomo, poiché gli esseri umani sono estremamente più complessi. Quanto studiato sui vermi potrebbe però servire a trattare diverse patologie provocate dall’invecchiamento cellulare.

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