La montagna è uno psicofarmaco naturale! E in Trentino ora si prescrive come terapia per migliorare la salute mentale

Grazie all’accordo firmato tra Apss e Sat, saranno organizzate escursioni in montagna rivolte ai pazienti dei Centri di salute mentale e alle persone con disabilità per far ritrovare loro il benessere mentale in mezzo alla natura

La montagnaterapia è un’innovativa forma di trattamento terapeutico-riabilitativo e socioeducativo, finalizzata alla cura e al benessere di individui affetti da diverse problematiche, patologie o disabilità. Basandosi sull’approccio metodologico della terapia di gruppo, questa pratica si avvale dell’ambiente culturale, naturale e artificiale della montagna per favorire processi evolutivi e trasformativi.

La recente convenzione firmata tra l’Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss) e la Società alpinisti tridentini (Sat) è un passo significativo verso la promozione e la diffusione della montagnaterapia nel contesto sanitario trentino.

Attraverso questa collaborazione, saranno organizzate iniziative riabilitative in montagna come escursioni ed altre attività rivolte principalmente ai pazienti dei Centri di salute mentale, nonché alle persone con disabilità in generale.

Come si svolge la montagnaterapia

L’obiettivo principale della montagnaterapia è quello di favorire l’incremento della salute e del benessere dei partecipanti. Le attività vengono svolte in piccoli gruppi, solitamente composti da 3-12 persone, e mirano a promuovere il recupero psicofisico attraverso un approccio olistico che integra interventi socio-sanitari con le conoscenze culturali e tecniche legate alla montagna.

La montagna diventa così uno strumento terapeutico accessibile e prezioso, capace di offrire un ambiente stimolante e rigenerante per coloro i quali vi partecipano. L’esperienza della natura, unita al supporto e alla guida di operatori specializzati, favorisce la crescita personale e il superamento delle difficoltà fisiche e psicologiche.

Nel panorama europeo, le prime esperienze di montagnaterapia risalgono agli anni ‘80 e ‘90, quando in Belgio, Francia e Italia iniziarono a emergere progetti pilota sostenuti da club alpinistici, aziende sanitarie e organizzazioni non profit. Negli anni successivi, la montagnaterapia ha continuato a evolversi e a diffondersi, coinvolgendo un’ampia gamma di partecipanti, tra cui ipovedenti, persone con disturbi psichici, portatori di handicap o disabilità fisiche e altro ancora.

In Italia, il Club Alpino Italiano (Cai) ha svolto un ruolo fondamentale nell’organizzazione e nella promozione di iniziative di montagnaterapia, dimostrando l’impegno e la solidarietà della comunità alpinistica verso coloro che possono trarre beneficio da questa pratica.

Attraverso la montagnaterapia, la natura diventa uno strumento di guarigione e inclusione sociale, offrendo un’opportunità unica per le persone di riscoprire se stesse e il proprio potenziale di fronte alla maestosità e alla sfida della montagna.

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Fonte: Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari

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