Riabilitazione del pavimento pelvico: quando è necessaria, come e dove farla

La riabilitazione del pavimento pelvico: a che cosa serve e a chi possiamo rivolgerci in caso di problemi?

La riabilitazione del pavimento pelvico: a che cosa serve e a chi possiamo rivolgerci in caso di problemi?

Riabilitazione del pavimento pelvico, questa sconosciuta! Tutti noi conosciamo la figura del fisioterapista e siamo abituati a pensare alla riabilitazione solo in ambito ortopedico o in ambito neurologico; in realtà per ogni specializzazione medica, o quasi, esiste una specializzazione riabilitativa.

Quando si parla di riabilitazione del pavimento pelvico si va un po’ in crisi, non si sa bene cosa sia né chi sia la figura preposta a farla né tantomeno si conoscono le problematiche per cui si dovrebbe effettivamente iniziarla. Le disfunzioni del pavimento pelvico però colpiscono circa un quarto della popolazione adulta, in gran parte donne, ed è importante parlarne perché trovare una soluzione ai problemi cui è legata è possibile!

Scopriamo insieme cos’è, come e quando andrebbe fatta.

Storia della riabilitazione del pavimento pelvico

I primi studi in materia risalgono alla fine del 1800 con differenti autori internazionali. Nei successivi anni diversi ricercatori in ambito medico ( soprattutto ginecologi e urologi) dettarono le linee guida su differenti approcci ai problemi del pavimento pelvico.
Ma è solo nel 1948 che il ginecologo statunitense Arnold Kegel pose al centro dei suoi studi le problematiche femminili.

Infatti Kegel propugnò l’utilizzo di esercizi perineali per prevenire e/o trattare il prolasso genitale e l’incontinenza urinaria.
Ad oggi le tecniche di riabilitazione perineale si sono affermate progressivamente in vari paesi da meritare un riconoscimento in ambito scientifico da parte dell’International Continence Society (ICS) nel 1992 e, soprattutto, dall’International Consultation on Incontinence (ICI) nel 1998 che indicava il “rinforzo dei muscoli pelvici” quale primo approccio terapeutico alla incontinenza urinaria.

Cos’è la riabilitazione perineale?

La riabilitazione perineale può essere definita come un insieme di tecniche riabilitative specifiche non chirurgiche e non farmacologiche che si prestano a trattare patologie nel settore:

  • urologico
  • ginecologico
  • colon-proctologico
  • sessuologico
  • posturale e
  • neurologico

sia per il sesso femminile che maschile, utilizzando l’attivazione dei muscoli perineali comunemente denominati “pavimento pelvico”.

Per quali problemi è consigliata?

incontinenza
  • Incontinenza urinaria (da sforzo, da urgenza e mista)
  • Prolasso (del retto, dell’utero e della vescica)
  • Incontinenza fecale
  • Stitichezza
  • Dolore mestruale
  • Dolore durante i rapporti sessuali
  • Disfunzione erettile
  • Eiaculazione precoce
  • Problemi dolorosi del bacino e della zona lombare
  • Prima e dopo il parto
  • Prima e dopo interventi alla prostata, alla vescica, all’uretra e all’utero.

In cosa consiste effettivamente la riabilitazione?

La riabilitazione perineale si avvale di una serie di tecniche finalizzate a migliorare la contrattilità (forza) e il tono (resistenza) della muscolatura del pavimento pelvico. Le principali tecniche riabilitative sono rappresentate dalla chinesiterapia, dal biofeedback e dall’elettrostimolazione funzionale.

L’obiettivo è il miglioramento delle “performances” perineali, così da consentire al pavimento pelvico di espletare correttamente le sue funzioni.

La riabilitazione si sviluppa all’interno di un ragionamento clinico e prevede i seguenti momenti:

  • la formulazione della diagnosi (effettuata dal medico specialista),
  • la valutazione funzionale,
  • la pianificazione dell’intervento,
  • l’intervento terapeutico,
  • la valutazione dei risultati.

Le fasi della riabilitazione

Valutazione

La valutazione funzionale ha l’obiettivo di individuare la condizione specifica del paziente. Ciò ai fini di personalizzare la fisioterapia, identificando così obiettivi terapeutici a breve, medio e lungo termine, nonché le tecniche e gli strumenti più adatti per raggiungerli.
La valutazione funzionale è costituita da anamnesi ed esame obiettivo.

L’anamnesi viene effettuata attraverso il colloquio verbale
E successivamente, viene effettuato l’esame obiettivo, che comprende la valutazione della sensibilità, dell’attività riflessa e dei parametri muscolari del pavimento pelvico. L’esame obiettivo consiste nell’osservazione visiva della zona perineale e nella valutazione manuale del pavimento pelvico e di altre strutture muscolo-scheletriche ad esso correlate.

Pianificazione

La pianificazione dell’intervento fisioterapico è dedicata all’elaborazione degli obiettivi terapeutici a breve, medio e lungo termine e alla scelta dei mezzi per raggiungerli.

Intervento terapeutico

l’intervento riabilitativo e fisioterapico si realizza in tre fasi consecutive tra loro:

  1. consapevolezza dell’attività motoria dei muscoli del pavimento pelvico;
  2. normalizzazione dei parametri muscolari alterati;
  3. recupero funzionale.

Quali sono gli strumenti del fisioterapista?

Le tecniche e gli strumenti che possono essere utilizzati nella fisioterapia e riabilitazione del pavimento pelvico sono:

  • l’esercizio terapeutico;
  • la terapia manuale;
  • l’auto trattamento e il trattamento domiciliare;
  • il trattamento comportamentale e le modificazioni dello stile di vita;
  • il biofeedback;
  • la stimolazione elettrica funzionale;
  • i prodotti non farmacologici
  • ausili terapeutici

A chi ci si può rivolgere?

Le figure sanitarie di riferimento per la riabilitazione del pavimento pelvico sono il fisioterapista e l’ostetrica (opportunamente formati in materia).
Il fisioterapista è una figura di primo contatto e si può iniziare la riabilitazione anche senza prescrizione medica.
Per avere una diagnosi è comunque opportuno rivolgersi al medico specialista competente che a seconda del problema sarà il ginecologo, l’urologo, il proctologo o il neurologo.

Davide Romano

Fisioterapista

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