Reflusso gastroesofageo, le cause che lo scatenano. Attenzione anche allo sport

Bruciore in gola, acidità e dolore al petto sono i sintomi più comuni di un reflusso gastroesofageo, che in alcuni casi possono essere scatenati anche dall’attività fisica.

Anche detto comunemente reflusso gastrico o gastrite, il reflusso gastroesofageo è un disturbo causato dalla temporanea risalita del contenuto dello stomaco nell’esofago. Bruciore in gola, acidità e dolore al petto sono i sintomi più comuni, che in alcuni casi possono essere scatenati anche dall’attività fisica.

È questa la conclusione cui giungono diversi studi secondo cui fare troppa attività fisica potrebbe non avere effetti non positivi sull’apparato gastrointestinale.

Chi soffre di reflusso gastroesofageo, in pratica, deve stare attento al tipo di ginnastica da praticare: salti e movimenti che accrescono la pressione addominale possono provocare una risalita degli acidi, mentre una ginnastica aerobica può essere sicuramente più tollerata.

Cos’è il reflusso gastroesofageo

Il reflusso gastroesofageo è la risalita del tutto involontaria dei succhi gastrici e di buona parte del contenuto dello stomaco lungo l’esofago, a volte fino alla gola.

Nei casi più gravi, si può sviluppare la “malattia da reflusso gastroesofageo” (MRGE), caratterizzata da lesioni della parete dell’esofago, provocate proprio dal reflusso.

I sintomi del reflusso gastroesofageo

I più comuni sintomi del reflusso gastroesofageo sono:

  • bruciore addominale
  • reflusso acido
  • cattiva digestione
  • faringiti ricorrenti
  • laringiti croniche
  • problemi di asma
  • problemi di respirazione a livello del naso

Le cause del reflusso gastroesofageo

Il reflusso può essere causato da un rilasciamento dello sfintere esofageo inferiore, la valvola muscolare che si apre nel momento in cui passa il cibo. Se la valvola si chiude, impedisce la risalita verso l’esofago dei succhi gastrici presenti nello stomaco. Se ciò non avviene in maniera corretta, i succhi risalgono.

A causare il reflusso possono essere anche l’acidità della saliva e il fumo.

Infine, a soffrire particolarmente di reflusso gastroesofageo sono donne incinte e persone obese, a causa della pressione esercitata sull’addome.

Il reflusso gastroesofageo e lo sport

Se da un lato in generale si sostiene che un esercizio fisico possa proteggere (anche) dall’insorgenza del reflusso e che il movimento possa ridurne il rischio, dall’altro si sostiene la tesi secondo un intenso l’esercizio fisico potrebbe esacerbare i sintomi della malattia da reflusso gastroesofageo. Episodi di reflusso sembrano essere associati alla lunghezza e all’intensità dell’attività fisica intrapresa.

Studi sperimentali, infatti, suggeriscono che il reflusso gastroesofageo può essere aumentato negli atleti a causa di: diminuzione del flusso sanguigno gastrointestinale, alterazioni della secrezione di ormoni, cambiamenti nella funzione motoria dell’esofago e del ventricolo e la posizione del corpo vincolata durante l’esercizio.

D’altro canto lo sport, soprattutto se associato a un’alimentazione sana, mantiene sotto controllo il peso corporeo, fa bruciare calorie in eccesso e aiuta a combattere l’obesità, riducendo di conseguenza il rischio di manifestare i sintomi della malattia da reflusso gastroesofageo.

La soluzione? Ascoltate il vostro corpo, ha da dirvi molte più cose di quante pensiate. Non sottovalutate i segnali che vi manda e ascoltate sempre il parere di uno specialista prima di intraprendere qualsiasi attività.

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Germana Carillo

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