Melanoma: 10 regole d’oro per un’abbronzatura sana e duratura

Esposizione al sole: 10 regole da seguire se non vogliamo correre il rischio melanoma

Sole e tumori. C’è poco da fare, non appena inizia la bella stagione e il sole comincia a scaldarci un po’ di più la parola d’ordine è solo una: protezione. Il rischio melanoma, infatti, è dietro l’angolo e la regola d’oro vale per tutti, adulti e bambini.

Solo con una efficace prevenzione, insomma, ci salva dal più temuto dei cancri alla pelle ed è per questo che prende il via la campagna nazionale “Il Sole per amico, promossa dall’Intergruppo Melanoma Italiano, con il patrocinio del Ministero della Salute e dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica.

Il sole è amico ma non sempre lo è della nostra pelle se ci esponiamo in maniera eccessiva. Il melanoma ha registrato un’incidenza più che raddoppiata negli ultimi 30 anni, con più di 100mila persone in Italia colpite e 10mila nuovi casi ogni anno. L’età media dei pazienti è di soli 50 anni e il 20% dei casi viene riscontrato in soggetti tra 15 e 39 anni. Alto è anche il tasso di mortalità (20% dei casi) perché spesso viene diagnosticato in fase avanzata o già con metastasi.

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Ecco allora 10 regole da seguire se non vogliamo correre alcun rischio:

1. Evitate l’esposizione eccessiva se avete un fototipo I o II, perché si hanno maggiori possibilità di sviluppare il melanoma.

2. Esponetevi gradualmente per consentire alla pelle di sviluppare una naturale abbronzatura e ridurre il rischio di scottature. Cominciate allora con una esposizione di 45/60 minuti il primo giorno aumentando ogni giorno il tempo di esposizione fino a ottenere in 15-20 giorni di esposizione solare un’abbronzatura uniforme e duratura. L’utilizzo di creme solari facilita questo obiettivo: infatti non è vero che con fattori di protezione elevati non ci si abbronza! Anche quando sarete abbronzati, continuate a usare creme solari, perché la cute abbronzata non è protetta completamente dall’azione degli UV che creano danni al DNA e alle fibre elastiche della pelle (fotoinvecchiamento).

3. Non esponetevi nelle ore centrali della giornata (tra le 11.00 e le 15.00), quando cioè vi è un maggiore irraggiamento del sole e il grado di intensità delle radiazioni ultraviolette è il massimo. La quantità di radiazioni UV infatti è collegata all’angolo di elevazione del sole, ossia a quanto il sole è alto sull’orizzonte. Per questo motivo ai Tropici e in alta montagna, dove il sole ha un maggior angolo di elevazione, è necessaria una protezione maggiore.

4. Proteggete i bambini dalle scottature ed evitate l’esposizione diretta dei neonati fino a 1 anno, che hanno una pelle molto sottile e più sensibile. Le scottature solari in età pediatrica, infatti, aumentano il rischio di sviluppare un melanoma in età adulta. La pelle dei neonati inoltre è soggetta a disidratazione e i sistemi di protezione del corpo, come la termoregolazione, non sono ancora completamente sviluppati. Per questi motivi i neonati fino a un anno di età non andrebbero mai esposti direttamente ai raggi solari e ai bambini, andrebbe applicata una crema solare con una protezione molto alta (50+) e a base di filtri fisici come l’ossido di zinco.

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5. Proteggete in modo particolare naso, labbra, orecchie, collo, scollato, spalle, cuoio capelluto, perché queste zone per la loro posizione sono fotoesposte per maggior tempo e sono più frequentemente interessate da scottature solari. Le pelli più sottili, come quella del viso e del collo, hanno una difesa inferiore dai raggi UV, mentre quelle più spesse sono più difese, ma solo dai raggi UVB. Ponete cautela anche alle cicatrici recenti, molto sensibili agli UV, per evitare che diventino indelebili.

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6. Utilizzate indumenti e accessori per proteggervi dai danni del sole come cappello con visiera, camicia e occhiali da sole con filtro UV 100%, efficaci nel bloccare gli UV.

7. Approfittate dell’ombra naturale di alberi, tettoie, ombrelloni: l’ombra, infatti, impedisce l’incidenza diretta dei raggi UV sulla nostra pelle anche se non può impedire l’incidenza riflessa dell’UV, che comunque è meno intensa e quindi meno dannosa (la neve riflette i raggi UV all’80%, la sabbia al 20%, l’acqua al 30%).

8. Usate creme solari adeguate al vostro fototipo (tanto più il fototipo è chiaro tanto più il fattore di protezione dovrà essere alto) con filtri per i raggi UVA e UVB, in grado di ridurre il danno perché hanno dei filtri antisolari, che sono sia fisici, cioè sostanze in grado di riflettere i raggi solari come uno specchio, sia chimici cioè capaci di assorbire e bloccare l’energia solare. Il fattore di protezione di un prodotto solare è calcolato con metodologie diverse a seconda che ci si riferisca ai raggi UVA e UVB (per questo sulla confezione dei solari attivi sia contro UVA e UVB devono essere riportati entrambi i valori) e dipende dalla quantità e dalla qualità del filtro presente. La protezione UVB serve a evitare scottature, ma le creme solari devono proteggere anche contro gli UVA, responsabili dei danni più profondi per la pelle.

9. Applicate le creme fotoprotettive in dosi adeguate (la quantità raccomandata a livello europeo è di 36 g/applicazione per un intero corpo adulto che corrisponde circa a 6 cucchiai colmi) e per più volte durante l’esposizione.

10. Evitate l’utilizzo delle lampade artificiali: dal 2009 l’Organizzazione Mondiale della Sanità considera anche le radiazioni ultraviolette artificiali come carcinogeni completi perché coinvolte nella formazione dei tumori maligni della pelle come il melanoma, il carcinoma spinocellulare e il carcinoma basocellulare.

Dal 2011 in Italia l’uso delle lampade abbronzanti è vietato ai ragazzi sotto i 18 anni, alle donne in stato di gravidanza, a soggetti che in precedenza hanno sviluppato un tumore maligno della pelle e alle persone con pelle chiara che non si abbronzano o che si scottano facilmente con l’esposizione al sole. Le radiazioni UV artificiali hanno un effetto additivo alle radiazioni solari: pensate che 20 minuti di lettino abbronzante corrispondono ad una giornata di sole in pieno agosto!

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