Chi fa spesso incubi ha un rischio maggiore di sviluppare demenza e Alzheimer, secondo questo studio

Brutti sogni e incubi frequenti aumenterebbero il rischio di declino cognitivo e di patologie quali demenza e Alzheimer, secondo questo nuovo studio britannico

A chi non capita di fare un brutto sogno o addirittura un incubo che ci strappa violentemente al riposo notturno: succede soprattutto quando siamo stressati o molto preoccupati per qualche difficoltà che ci affligge.

Ma i brutti sogni possono avere conseguenze anche sulla qualità della nostra vita diurna e sul nostro stato di salute. Un nuovo studio, infatti, suggerisce una possibile correlazione fra la frequenza degli incubi in età adulta e l’aumento del rischio di declino cognitivo con l’avanzare dell’età.

Si stima che il 5% della popolazione sperimenti, almeno una volta a settimana, incubi così terribili da svegliarsi di soprassalto nel sonno. I fattori scatenanti di questo fenomeno sono stress, ansia, nervosismo e privazione del sonno – ma anche alcune patologie, come per esempio il morbo di Parkinson, svolgono un ruolo nell’occorrenza degli incubi notturni.

Il nuovo studio, condotto dai ricercatori dell’Università di Birmingham, ha incrociato i dati di tre studi precedenti che hanno esaminato la qualità del sonno di un campione di popolazione (600 adulti di età compresa fra i 35 e i 64 anni e 2.600 anziani over-ottantenni) per un periodo lungo alcuni anni.

Oltre a valutare la qualità del sonno dei partecipanti, gli studi hanno raccolto dati anche circa la loro salute cerebrale e l’eventuale insorgenza di patologie nel corso del tempo. Le informazioni raccolte sono state poi inserite all’interno di un modello di calcolo statistico per scoprire se vi fosse una correlazione fra l’alta frequenza di sogni angoscianti e il declino cognitivo.

Ebbene, è emerso che le persone di mezza età che hanno dichiarato di fare incubi almeno una volta alla settimana avrebbero quattro volte più possibilità di sperimentare un declino cognitivo nel decennio successivo rispetto alle persone che hanno dichiarato di fare incubi solo raramente.

Per quanto riguarda gli anziani, invece, coloro che fanno incubi settimanalmente hanno il doppio di possibilità di ricevere una diagnosi di demenza negli anni successivi rispetto a chi fa un sonno più tranquillo.

Ma da cosa scaturisce questa correlazione fra incubi e declino cognitivo? Secondo gli autori dello studio, le persone che fanno spesso incubi hanno un sonno di scarsa qualità e questo potrebbe portare gradualmente a un deterioramento delle attività cerebrali.

Ma c’è anche un’altra ipotesi sul piatto, che vede gli incubi notturni non come fattore scatenante della demenza, quanto piuttosto come sintomo della malattia già in atto. In alcuni individui affetti da demenza e Alzheimer, incubi e scarsa qualità del riposo notturno potrebbero essere i primi segnali della malattia che avanza.

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Fonte: eClinical Medicine

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