Apnea notturna: cause, sintomi, conseguenze e rimedi

Cos’è nello specifico l’apnea notturna? Quali sono le cause? E ci sono rimedi?

L’apnea notturna è una patologia cronica che compromette la qualità del sonno con diverse conseguenze. Quali sono le cause? Cosa fare e cosa non fare? Come prevenirle e quali sono gli alimenti e i rimedi che possono favorirla o contrastarla?

Una vera e propria sindrome in grado di provocare interruzioni del respiro durante il sonno. Quello che accade è sostanzialmente un restringimento totale o parziale dei tratti respiratori nella fase del sonno a causa del quale i polmoni non ricevono aria e i normali movimenti respiratori si arrestano. Da qui deriva un forte russamento e un abbassamento dei livelli di ossigeno nel sangue. Ma cos’è nello specifico l’apnea notturna? Quali sono le cause? E ci sono rimedi?

Perché sia diagnosticata apnea notturna in un soggetto, si devono verificare almeno 10 o 15 sospensioni in una notte. Anche i bambini possono soffrirne. In tutti i casi, solo uno specialista può valutare la situazione e consigliare il ricorso a determinate terapie.

La respirazione rientra sempre nella normalità, ma la frequenza di apnee notturne e, di conseguenza, gli abbassamenti frequenti di ossigeno nel sangue, possono provocare il rilascio degli ormoni dello stress e relative patologie.

Cos’è l’apnea notturna

L’apnea notturna è l’interruzione momentanea del respiro durante il sonno, un vero e proprio blocco della respirazione dovuto a un arresto temporaneo del passaggio dell’aria nelle vie aeree superiori, che si trovano appena dietro al naso e alla bocca.

Queste interruzioni possono ripetersi anche moltissime volte in una notte, ma perché si diagnosticata medicalmente, si devono verificare almeno 10 o 15 sospensioni per notte.

Se le vie respiratorie nella fase del sonno si restringono vuol dire anche che i polmoni non ricevono aria. Una serie di cause che può quindi portare a russare e a un abbassamento improvviso dei livelli di ossigeno nel sangue. Se questi livelli si abbassano troppo, il nostro cervello manda impulsi nervosi per far irrigidire il collo e i muscoli delle vie respiratorie superiori.

Gli abbassamenti frequenti di ossigeno nel sangue possono provocare il rilascio degli ormoni dello stress e quindi a: un aumento della frequenza cardiaca, al rischio di ipertensione arteriosa, a ictus, a infarto del miocardio.
L’apnea notturna va curata e per fare ciò è fondamentale distinguerne i due tipi.

Apnea da sonno centrale

È provocata da un disturbo dei centri nervosi che controllano l’automatismo del respiro e quindi da alterazioni dello stimolo a respirare, in assenza di un’ostruzione delle vie aeree. Ciò vuol dire che si possono verificare casi in cui l’impulso nervoso che dal cervello deve far muovere i muscoli respiratori si arresta nel vero senso della parola.

Si tratta di forme rare, che possono fare apparizione in presenza di alcune patologie neurologiche, come lesioni a livello centrale, o di malattie neuromuscolari, come la distrofia muscolare e la sclerosi laterale. Ma anche in presenza di scompenso cardiaco congestizio.

La forma più nota apnea notturna centrale è la “Sindrome di Ondina”, la sindrome da ipoventilazione centrale congenita.

Apnea da sonno ostruttiva

È praticamente il blocco meccanico delle vie respiratorie durante il sonno e si caratterizza per episodi di chiusura parziale o completa delle vie aeree superiori che portano a un’interruzione respiratoria.
In questo modo si riduce la concentrazione di ossigeno nel sangue, si compromettono la quantità e la qualità del sonno.

apnea notturna

Le apnee da sonno ostruttive (OSAS – Obstructive Sleep Apnoea Syndrome) sono la forma più comune della patologia, con un incidenza del 2% della popolazione femminile e 4% della maschile.

Cause

Quando si parla di apnea notturna, quindi, in generale si parla della forma ostruttiva. I fattori di rischio possono essere l’obesità, l’invecchiamento o la familiarità. I bambini molto piccoli possono soffrire di tonsille ingrandite per cui possono manifestare apnea notturna.

Tra le cause più comuni di sindrome delle apnee ostruttive nel sonno si annoverano:

  • ipertrofia adeno–tonsillare
  • stato post-menopausale
  • assunzione di alcol o sedativi
  • patologie neuromuscolari
  • sindrome di Down o altre sindromi genetiche
  • fumo
  • asma e rinite allergica
  • alterazioni anatomiche cranio-facciali
  • epistassi
  • forme cancerogene della tiroide
  • sindrome metabolica

Inoltre, le apnee notturne sono spesso associate a malattie croniche come aritmie, insufficienza cardiaca, ictus, diabete, reflusso gastro-esofageo e ipotiroidismo.

snoring

Sintomi

Se nel caso dell’apnea centrale del sonno non ci sono particolari sintomi (è per lo più asintomatica), tranne che un sonno irrequieto e le lunghe pause respiratorie, nel caso di apnea da sonno ostruttiva i sintomi sono diversi e possono verificarsi durante il sonno, al risveglio o anche durante il giorno.

Innanzitutto, in presenza di apnea notturna si tende a russare di notte, anche a intervalli, a boccheggiare e ansimare. Il russamento è spesso intervallato da risvegli improvvisi (di cui il paziente non ha memoria) con senso di soffocamento e respiro affannoso.

In generale, i principali sintomi di apnea notturna sono:

  • sonnolenza
  • acidosi respiratoria
  • aritmia
  • astenia
  • bocca o gola secca
  • fibrillazione atriale
  • disturbi dell’umore
  • insonnia
  • calo del desiderio sessuale
  • cianosi
  • cefalea
  • dispnea
  • fiato corto
  • patina bianca sulla lingua
  • lingua gialla
  • letargia
  • mioclono (una breve e involontaria contrazione di un muscolo)
  • nicturia (necessità di interrompere il sonno per alzarsi ad urinare durante la notte più volte)
  • sonnambulismo
  • sudorazioni notturne

Inoltre, durante il corso delle ore diurne, si può soffrire di agitazione, affaticamento, difficoltà di concentrazione, cefalea mattutina ed eccessiva sonnolenza diurna.

Conseguenze dell’apnea notturna

sbadiglio

Se l’apnea notturna non viene trattata tempestivamente e nella maniera adeguata, nel lungo termine può provocare:

  • lo sviluppo di ipertensione arteriosa
  • malattie cardiovascolari
  • insufficienza respiratoria
  • disturbi metabolici
  • diabete ed obesità
  • insufficienza cardiaca
  • anomalie del battito cardiaco e aritmie
  • incidenti sul posto di lavoro o alla guida di veicoli

Patente di guida

Proprio riguardo l’ultimo punto, l’art. 2 del decreto del 22 dicembre 2015, che disciplina la valutazione dell’idoneità alla guida, fa rientrare tra le malattie che devono essere valutate attentamente in sede di rinnovo o rilascio della patente di guida, proprio le apnee ostruttive del sonno.

La patente di guida non deve essere né rilasciata né rinnovata a candidati o conducenti colpiti da gravi affezioni neurologiche di grado tale da risultare incompatibili con la sicurezza della guida“.

Secondo la legge, quindi, chi soffre di apnee notturne potrà ottenere o rinnovare la patente solo se sussistono precise condizioni, in quanto le apnee notturne “determinano una grave ed incoercibile sonnolenza diurna”, che aumenta il rischio di incorrere in incidenti stradali.

A tale proposito, il decreto del 3 febbraio 2016 del ministero della Salute, relativo alle regole da seguire per l’accertamento dell’idoneità alla guida per persone affette (o che si sospetta possano essere affette) da OSAS, definisce i casi di sospetta OSAS e la necessità di un ulteriore accertamento per definire i profili di rischio per la circolazione stradale.

Rimedi per le apnee notturne

Quello che c’è da fare nel caso si sospetti apnea notturna è rivolgersi subito a uno specialista. Questi formulerà una diagnosi sulla base dei sintomi e sulla base di alcune analisi del sonno, come la polisonnografia e la poligrafia respiratoria.

Il trattamento è diretto prima al controllo dei fattori di rischio, poi agli specifici episodi di apnee notturne. Tradizionalmente, si ricorre all’applicazione di una pressione positiva continua a livello delle vie aeree in modo che da non farle collassare durante il sonno (CPAP), oppure all’applicazione di apparecchi orali o alla chirurgia delle vie aeree, nel caso si sia in presenza di alterazioni anatomiche o di malattia intrattabile.

Ventilatore a pressione positiva continua

Si tratta della terapia più frequente per l’apnea nel sonno da moderata a grave negli adulti, attraverso una maschera che copre il naso e la bocca, oppure solo il naso.

Apparecchi ortodontici

Esistono apparecchi di plastica su misura per curare l’apnea nel sonno, volti a rimettere in posizione la mandibola e la lingua e ad aiutare a tenere aperte le vie respiratorie durante il sonno.

Intervento chirurgico

Consiste nell’allargare le vie respiratorie, nel rimuovere rimossi, irrigidire o ristringere i tessuti in eccesso nella bocca o nella gola oppure risistemare la mandibola.
Per i bambini in alcuni casi è utile l’intervento chirurgico di rimozione delle tonsille.

Stile di vita

L’apnea nel sonno può essere curata modificando lo stile di vita, con alcune semplici mosse:

  • mantenete la linea
  • niente fumo, niente alcol
  • evitate farmaci che possano provocare sonnolenza, poiché causano difficoltà nel tenere la gola aperta durante il sonno
  • dormite sdraiati su un lato anziché supini
  • per la notte, se utile, usate spray nasali o farmaci contro le allergie (non vasocostrittori), su solo consiglio del medico

Germana Carillo

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook