Resistenza agli antibiotici: in Italia ucciderà quasi mezzo milione di persone entro il 2050

Il problema della resistenza agli antibiotici (Amr) assume connotati sempre più inquietanti. Adesso a fare il punto della situazione è Farmindustria che avvisa che, entro il 2050, si potrebbe arrivare a ben 450mila morti solo nel nostro paese.

Il problema della resistenza agli antibiotici (Amr) assume connotati sempre più inquietanti. Adesso a fare il punto della situazione è Farmindustria che avvisa che, entro il 2050, si potrebbe arrivare a ben 450mila morti solo nel nostro paese.

Secondo gli ultimi dati, l’Italia è già oggi al primo posto tra i 33 paesi che fanno parte dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) per il numero di morti causati da uno degli 8 batteri che nel frattempo sono diventati resistenti ai comuni antibiotici. Si parla di oltre 10mila decessi ogni anno.

Lo scenario prospettato per il 2050 è però molto peggiore: secondo le stime si arriverà a quasi mezzo milione di persone che perderanno la vita in Italia a causa di questo fenomeno (il totale nei paesi Ocse potrebbe raggiungere la cifra di 2,4 milioni di morti). Molto forte anche l’impatto economico che, come sottolinea la Banca Mondiale, potrebbe essere addirittura più pesante della crisi finanziaria del 2008-2009.

Perché siamo arrivati a questo punto? Colpa nostra ovviamente. Tra le cause principali vi è l’uso smodato di antibiotici negli allevamenti (e sembra che l’Italia anche su questo aspetto abbia un triste primato) che raggiunge il 70% dell’utilizzo totale di questi farmaci. Proprio negli allevamenti si presume sia nata la resistenza agli antibiotici e questo perché, nonostante l’Oms abbia vietato l’uso di antibiotici in fase preventiva (si possono usare dunque solo per curare gli animali in caso di malattie), non tutti hanno rispettato la direttiva e vi è un mercato nero parallelo che è riuscito ad eludere i controlli.

Le possibili soluzioni all’antibiotico resistenza

Gli scienziati di tutto il mondo stanno cercando di trovare una risoluzione al problema testando nuovi farmaci. Attualmente sarebbero 59 i nuovi antibiotici in fase di sviluppo di cui 17 quelli che si propongono di curare le infezioni più pericolose, ovvero quelle che ci stanno facendo rischiare la vita e lo faranno ancora di più nei prossimi anni.

Farmindustria ha sviluppato poi 5 proposte per la lotta all’antibiotico resistenza:

  • Istituzione della Giornata europea per l’uso corretto degli antibiotici: per promuovere l’utilizzo appropriato di questi medicinali di cui troppo spesso ancora oggi si abusa (si utilizzano ad esempio a sproposito in caso di infezioni virali).
  • Prevenire: la seconda misura prevede l’utilizzo di vaccini e di altri sistemi per prevenire le infezioni e la diffusione delle resistenze.
  • Ricerca: la terza proposta vuole promuovere la ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci grazie alla collaborazione tra pubblico e privato.
  • Attribuire il giusto valore agli antibiotici: si vuole lavorare a livello istituzionale per una migliore valutazione di questi tipi di prodotti e su nuovi meccanismi di rimborsabilità.
  • Formare: sono necessari interventi a livello regionale e nazionale per insegnare alle persone i comportamenti più corretti da adottare, in particolare agli operatori sanitari che tutti i giorni si trovano ad affrontare il problema.

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Francesca Biagioli

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