Cos’è questa storia del triciclazolo nel riso importato e cosa sta facendo l’Europa per arginare il problema

No all'aumento dei limiti del triciclazolo nel riso importato: il Parlamento Ue si oppone alla proposta della Commissione (che rappresenterebbe un grande passo indietro)

Il triciclazolo, controverso pesticida ancora largamente impiegato nelle coltivazioni asiatiche di riso, torna ad essere oggetto di dibattito in Europa. A riaccendere i riflettori sulla questione la Commissione ambiente del Parlamento europeo, che a larghissima maggioranza ha chiesto alla Commissione Ue di ritirare la proposta relativa all’aumento dei limiti previsti per la sostanza nei prodotti importati. Come sottolineato da Coldiretti, questa presa di posizione è in linea con quella espressa dal Consiglio Europeo lo maggio scorso.

Tutto nasce dalla proposta (avanzata la scorsa primavera) dalla Commissione europea – su pressione dei produttori esteri – di aumentare la tolleranza all’importazione del triciclazolo nel riso, passando da 0,01 mg/kg a 0,09 mg/kg. Questa è stata poi bocciata dal Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi, tuttavia non è ancora stata ritrattata; motivo per cui la Commissione ambiente del Parlamento europeo è intervenuta di recente.

La vicenda ci tocca molto da vicino, dato che nel 2022 il consumo di riso proveniente dall’Asia (da Paesi in cui il pesticida non è stato messo al bando) è aumentato dell’86%.

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Cos’è il triciclazolo e quando è stato vietato nei Paesi Ue

Il triciclazolo è un fungicida che viene impiegato per prevenire numerose malattie delle piante, in particolare quelle che colpiscono il riso, ad esempio la Septoriosi, l’infezione di Brusone e la Rhizoctonia solani. In base al principio di precauzione, questa sostanza è stata vietata dal 2016 sul territorio europeo dato che non è stata esclusa la pericolosità per la salute umana, ma continua ad essere ampiamente utilizzata in Stati come l’India, Pakistan, Vietnam, Myanmar e Cambogia.

L’ammissione di una certa quantità di tale principio chimico nel prodotto importato – evidenzia Coldiretti – oltre a danneggiare le imprese italiane ed europee del settore, rappresenterebbe un potenziale rischio sanitario per i consumatori con un chiaro passo indietro sul principio di precauzione.

Il voto contrario sul triciclazolo nel riso è un primo passo per il rispetto in Europa del principio di reciprocità in modo che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute.

Sacrificare la tutela della salute dei cittadini per favorire i produttori esteri di riso non è accettabile.

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Fonti: Parlamento Ue/Coldiretti

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