Sai cosa c’è dentro (e dietro) ai formaggi fusi a fette e ai formaggini? Ecco perché non dovresti più comprarli

I formaggi fusi a fette e i formaggini rappresentano davvero degli alimenti sicuri? Vediamo cosa c'è dentro e dietro questi alimenti

I formaggi fusi a fette e i formaggini, tanto reclamizzati come prodotti particolarmente adatti al consumo da parte dei bambini, rappresentano davvero degli alimenti sicuri? Chi sceglie di portare sulla propria tavola dei formaggi dovrebbe essere sempre al corrente della provenienza degli ingredienti utilizzati per la produzione degli stessi e dei processi di lavorazione dei diversi prodotti, in modo da potersi orientare più facilmente nell’acquisto degli alimenti.

Riguardo formaggini e ai formaggi fusi a fette vi sono non pochi dubbi concernenti ingredienti contenuti nei prodotti finiti e metodi di produzione. I consumatori dovrebbero ottenere maggiore chiarezza in proposito da parte delle aziende produttrici; ne hanno il diritto. Proviamo dunque ad approfondire l’argomento e ricordiamo di controllare attentamente le etichette riportanti gli ingredienti prima degli acquisti.

“Falsi cibi” e pubblicità ingannevole

Sottilette® non rappresenta altro che un marchio commerciale utilizzato per indicare un “formaggio fuso a fette” della Kraft, che dal 2012 è del gruppo Mondelez. Kraft, nel 1987, era stata accusata di pubblicità ingannevole, negli Stati Uniti, in merito al contenuto di calcio e di “vero” latte presente nel prodotto in questione, in vendita Oltreoceano con il nome di “Singles”. È possibile consultare in proposito il documento “FTC charges Kraft inc. misrepresented calcium content of its individual cheese slices”.

Rischi per la salute

I rischi per la salute legati al consumo di formaggio fuso a fette sono stati posti in luce da parte di un articolo comparso sulla rivista rumena Evz, ripreso in Italia dal settimanale online Quale Formaggio. La fonte estera ha sottolineato come per i formaggi fusi (ad esempio, i formaggi fusi a fette o i formaggini) sia spesso presente una composizione di scarsa qualità, che può comportare la presenza di elementi in grado di portare ad impedire la fissazione del calcio nelle ossa. Alcuni conservanti impiegati nella produzione dei formaggi fusi sarebbero legati al rischio di cancro. L’eccesso di sale presente in alcuni prodotti potrebbe essere esso stesso legato all’insorgere di alcuni tipi di tumore ed al rischio di incorrere in patologie cardiovascolari.

Additivi

Secondo uno studio condotto di recente da parte della rumena Anpcpss (Associazione nazionale per la protezione dei consumatori e la promozione di programmi e strategie) i formaggi fusi possono contenere fino a 13 additivi diversi. È dunque raccomandabile controllare con attenzione le etichette per verificare la presenza o l’assenza di alcuni additivi utilizzati come stabilizzanti (E450), antiossidanti (E361) e conservanti (E250). Il conservante E250, in particolare, come riportato da parte della rivista Evz, può compromettere il sistema immunitario dei bambini, distruggendo la flora batterica ed esponendoli ad un alto rischio di infezioni. L’assunzione di nitriti attraverso il consumo di formaggi fusi che li contengano può portare alla formazione nell’organismo di sostanze promotrici dei tumori.

Metodi di lavorazione

I formaggi fusi possono essere ottenuti mediante il riciclo di scarti provenienti da altri formaggi, che possono subire prolungati processi di trasformazione mediante l’utilizzo di sali di fusione, dando origine ad un prodotto contenente composti come fosfato, citrato e sodio, in quantità più o meno elevate a seconda dei prodotti. Noi consumatori non siamo a conoscenza della provenienza delle tipologie di scarti eventualmente impiegati da parte delle aziende produttrici per ottenere formaggi fusi come formaggini formaggi fusi a fette, mentre appaiono di norma ben chiare le tabelle riportanti i valori nutrizionali presenti sulle confezioni degli alimenti. Riguardo gli ingredienti di partenza destinati alla fusione per la realizzazione di formaggini e formaggio fuso a fette sarebbe dunque necessaria una maggiore chiarezza.

Eccesso di sale

La concentrazione di sale può raggiungere i 3 grammi ogni 100 grammi di prodotto per quanto riguarda i formaggi fusi e dovrebbe essere presa in considerazione soprattutto da parte dei soggetti ipertesi ed in caso di somministrazione di formaggi fusi ai bambini. Secondo le più recenti linee guida dell’OMS, gli adulti non dovrebbero consumare più di 5 grammi di sale al giorno. Le linee guida, secondo quanto comunicato da parte dell’OMS, devono essere rispettate anche nel caso dei bambini, sulla base di peso, altezza ed energia consumata, in quanto un bambino con la pressione alta sarà molto probabilmente un adulto con il medesimo problema.

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