Cibi senza glutine rimangono gratuiti per i celiaci. Il nuovo decreto introduce i buoni digitali

Approvato in Conferenza Stato Regioni il nuovo decreto che conferma il diritto all’erogazione gratuita degli alimenti senza glutine.

Celiachia: resta garantita l’assistenza ai celiaci grazie all’approvazione in Conferenza Stato Regioni del nuovo decreto che conferma il diritto all’erogazione gratuita degli alimenti senza glutine, sebbene ci sia una riduzione media dei tetti di spesa del 19%. Terapia garantita e assistenza ai celiaci, ma cosa cambia nello specifico?

Poco o nulla, perché, secondo il parere dell’Associazione Italiana Celiachia (AIC), per gli oltre 198mila celiaci italiani la modifica dei tetti di spesa non è una “sforbiciata” che compromette la loro assistenza, ma una revisione razionale, che tiene conto della riduzione dei costi degli alimenti senza glutine (oggi in Europa non più considerati “dietetici” ma alimenti di uso corrente) e dei fabbisogni energetici della popolazione.

Il decreto (qui la bozza) revisiona anche il Registro Nazionale degli alimenti senza glutine erogabili, che garantisce ancora i cibi definiti “ad alto contenuto di servizio”, come piatti pronti e preparati.

Il nuovo decreto

Dopo l’abolizione nel 2013 dei “prodotti dietetici” e il calo dal 2006 a oggi dei prezzi dei prodotti senza glutine del 7% nelle farmacie e fino al 33% nei supermercati, ha reso necessaria la revisione dell’assistenza ai malati di celiachia, che in Italia crescono ogni anno al tasso di circa il 10%.

Si tratta di una riduzione che lascia sostanzialmente immutata la copertura del 35% dell’apporto calorico giornaliero da carboidrati privi di glutine e che mantiene l’attenzione su specifiche fasce d’età con bisogni particolari: nella primissima infanzia il tetto di spesa cresce del 24% (da 45 a 56 euro) e resta invariato nella fascia adolescenziale, particolarmente critica per l’accettazione di un regime alimentare speciale.

I tetti di spesa per l’acquisto dei prodotti senza glutine attraverso i buoni erogati dal Servizio Sanitario Nazionale sono correlati ai LARN, i cosiddetti Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana, che sono stabiliti dalla Società Italiana di Nutrizione Umana e aggiornati nel 2014.

I nuovi LARN del 2014, più sofisticati e maggiormente aderenti agli stili di vita più diffusi, vedono ridotti i fabbisogni energetici medi rispetto ai riferimenti utilizzati nel 2001 – dichiara Caterina Pilo, Direttore Generale di AIC – il calo dei tetti dipende da questo e dalla riduzione dei prezzi dei prodotti senza glutine visto che rispetto al 2006 il costo di pane, pasta e farina ha registrato un calo del 7% nel prezzo medio globale in farmacia e fino al 33% nella grande distribuzione. AIC ha tuttavia insistito perché fossero utilizzati i prezzi applicati in farmacia, canale ancora prevalente e disponibile a tutti i celiaci ovunque, in tutta Italia. I tetti attuali lasciano quindi sostanzialmente invariato il potere di acquisto del 2001, quando il decreto Veronesi introdusse per la prima volta, dopo venti anni, il tetto di spesa in base all’età, genere e relativi fabbisogni energetici”.

I tetti di spesa mensile per i celiaci

I tetti di spesa devono coprire il fabbisogno energetico derivante da carboidrati senza glutine e sono il prodotto del costo a caloria della dieta senza glutine e fissati in base all’età, al genere e ai relativi fabbisogni calorici.

  • Nelle fasce di età 6 mesi-5 anni e 6-9 anni, il tetto sale a 56 e 70 euro, rispettivamente per bambine e bambini.
  • Dai 10 ai 13 anni il tetto sale a 100 euro per i maschi e 90 euro per le femmine.
  • Dai 14 ai 17 anni diventa 124 euro per i maschi e 99 euro per le femmine
  • per poi scendere nella fascia 18-59 anni a 110 euro per i primi e 90 per le seconde.
  • Negli over 60 il limite massimo di spesa mensile scende a 89 euro per i maschi e 75 euro per le femmine.

L’unica terapia per i malati di celiachia è infatti seguire una dieta varia ed equilibrata con un apporto energetico giornaliero da carboidrati di almeno il 55%: circa il 35% dell’apporto energetico totale deve derivare da alimenti senza glutine, il restante 20% da alimenti naturalmente privi di glutine come riso, mais, patate e legumi. I nuovi tetti di spesa garantiranno ancora la copertura di questo fabbisogno, suddividendo con più precisione le fasce di età e relativi fabbisogni energetici e considerando anche medi livelli di attività fisica.

Secondo gli esperti, quindi, la revisione dei tetti è solo una parte dei cambiamenti dell’assistenza ai celiaci: il nuovo modello organizzativo voluto da AIC prevede un’assistenza più trasparente e semplice attraverso buoni digitali che possano essere spesi anche fuori dalla Regione di residenza. Di fatto, già in 4 Regioni particolarmente sensibili al cambiamento i buoni sono digitali, in mezza Italia l’accesso alla terapia senza glutine è possibile nelle farmacie ma anche al supermercato e nei negozi specializzati.

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