Ricibo: la lotta genovese contro lo spreco alimentare, mai più cibo fresco buttato via

Un progetto di rete cittadina punta a una Genova a spreco zero. Ecco la storia della lotta allo spreco alimentare di Ricibo!

Un progetto di rete cittadina punta a una Genova a spreco zero. Ecco la storia di Ricibo!

Anche se – secondo il Rapporto Waste Watcher 2020 – la quantità di cibo sprecato in Italia è calata del 25%, il costo degli alimenti che finiscono ancora nella spazzatura ammonta a circa 10 miliardi di euro l’anno. A Genova per affrontare e ridurre maggiormente questa cifra, c’è Ricibo, una preziosa rete cittadina nata nel 2017 per combattere lo spreco alimentare recuperando e ridistribuendo le eccedenze alimentari. (LEGGI anche: Giornata dello spreco alimentare: buttiamo meno cibo nella spazzatura, ma non è ancora abbastanza!)

Ricibo, come funziona?

Ricibo è una piattaforma integrata di tutti i progetti, le azioni e i servizi genovesi esistenti per “riciclare” il cibo e distribuirlo. Nel progetto sono coinvolti associazioni, enti pubblici e privati, cittadini, volontari. Tutti lavorano in sinergia e condividono i propri mezzi, gli strumenti e le proprie conoscenze, per muoversi più rapidamente verso l’obiettivo di una città senza spreco alimentare.

“Ci siamo inseriti nelle filiere di recupero sperimentando l’attivazione di servizi congiunti dove molte associazioni collaborano per recuperare al 100% i prodotti freschi ad esempio in tutta la rete Coop e nel 2021 stiamo iniziando la collaborazione con Conad. Contiamo, attraverso una grande campagna di comunicazione condivisa cittadina, di colmare tutti gli spazi potenziali di recupero di cibo fresco e di qualità che ancora viene buttato. Il nostro sogno è una città a spreco zero”, dichiara Marco Malfatto, il responsabile della rete genovese.

Il cibo recuperato viene donato in buona parte a persone segnalate dagli ambiti territoriali sociali del Comune di Genova, ma anche altre numerose realtà cittadine che lo richiedono possono beneficiarne. Alcuni servizi come le mense sociali e le comunità residenziali di accoglienza hanno accesso libero al cibo recuperato di Riciclo.

©Ricibo/Facebook

Come unirsi alla lotta contro lo spreco di Ricibo?

Amici genovesi se qualcuno di voi volesse partecipare come volontario o anche solo portare cibo, basterà consultare la mappa presente nel sito del progetto e contattare l’associazione della rete più vicina al proprio quartiere.

Lo stesso vale per i commercianti e le aziende del settore alimentare interessati a donare i loro prodotti e attivare servizi di raccolta. Sarà Ricibo a cercare l’ente più idoneo al recupero, considerando le tipologie di cibo donato e i giorni di attivazione del recupero di alimenti.

Sebbene il movente delle aziende che aderiscono al progetto sia la loro responsabilità sociale e la necessità di intervenire per evitare la perdita di cibo ancora buono; partecipare alla rete fornisce comunque dei vantaggi da non sottovalutare:

  • migliora l’immagine aziendale e il legame con il territorio lavorando in rete con istituzioni e associazioni del Terzo Settore
  • La cessione gratuita a fini di solidarietà sociale di beni prodotti o commercializzati dall’impresa non è considerata reddito ed è esente da iva.
  • Riduzione della Tari in proporzione alle quantità donate.
  • semplificazioni burocratiche: grazie all’app Bring the Food di Ricibo, tutta la documentazione richiesta ai fini di riduzioni e agevolazioni è prodotta automaticamente.

Bring the food, l’app di Ricibo

Attraverso l’uso dell’app Bring the food l’utente potrà accedere a tutte le info della rete in tempo reale, semplificando al massimo – nel caso delle aziende donatrici – la procedura per la donazione e producendo tutta la documentazione ai fini degli sgravi fiscali previsti, compresa quella per la riduzione della TARI. Per poterla scaricare bisogna inviare una mail all’indirizzo info@ricibo.org.

L’App non è l’unico strumento usato da Ricibo. Per garantire l’efficienza in tempo brevi di tutti i servizi, la rete usa diversi mezzi: gruppo WhatsApp, personale e mezzi condivisi (come frigoriferi e abbattitori di temperatura), un furgoncino in prestito per il trasporto dei prodotti. Inoltre, offre servizi di co-progettazione, formazione e informazione riguardo la tematica dello spreco alimentare.

I numeri di Ricibo

Nella rete di Ricibo sono coinvolti 2000 volontari e 190 realtà (tra associazioni, enti privati e pubblici) che organizzano 177 servizi di ridistribuzione di cui hanno beneficiato più di 20000 genovesi, recuperando così annualmente circa 180 tonnellate di cibo. Immaginate quanto cibo si potrebbe recuperare portando a livello nazionale il loro esempio!

“Siamo un progetto che ha come confine il Comune di Genova, ma il modello che promuove è di sicuro interesse anche per altre città. Esistono molte esperienze di reti del cibo con approccio bottom-up in tutto il paese che fanno parte con noi della Rete nazionale 29 Settembre, non si tratta quindi di portare Ricibo in altri territori ma di stimolare altri territori a costruire reti per cui Ricibo possa fornire uno (tra tanti) possibili modelli e facilitarne l’implementazione”, spiega Malfatto.

Mentre alcuni buttano via il cibo, altri muoiono di fame. Lo spreco alimentare è una questione etica, sociale, economica ed ambientale che va affrontata con progetti di rete concreti come Ricibo.

Ti potrebbe interessare anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook