Le diete vegetali attirano poco gli uomini, che fanno più fatica a rinunciare alla carne: lo studio sugli stereotipi (da superare)

Perché gli uomini tendenzialmente non riescono ad eliminare la carne dalla loro dieta come fanno le donne? Una recente ricerca svela i meccanismi psicologici che influenzano le scelte alimentari, ancora troppo connesse ad antichi stereotipi

Consumare pasti a base vegetale rappresenta un grande regalo per il Pianeta e anche per la nostra salute (naturalmente se si viene seguiti da nutrizionisti e altri esperti nel campo dell’alimentazione). Negli ultimi anni un numero crescente di persone ha deciso di sostituire la carne con altri fonti proteiche per questioni etiche e per combattere l’inquinamento. Tuttavia, gli uomini sono ancora più restii rispetto alle donne a passare a un tipo di dieta vegetariana o vegana.

Questo atteggiamento è strettamente connesso ad una serie di stereotipi ancora radicati nella nostra società, in cui il consumo di carne viene associata alla virilità. A non aiutare affatto sono spesso le strategie di marketing, che non attraggono i clienti di sesso maschile, facendo passare indirettamente il messaggio che l’alimentazione vegan sia più adatta alle donne.

Ad accendere i riflettori sulla questione un interessante studio appena pubblicato sulla rivista Frontiers in Communication.

Gli uomini possono essere meno propensi a optare cibo vegano a causa della necessità di rispettare il genere – spiega Alma Scholz, ricercatrice in psicologia presso l’Università di Stoccolma e autrice principale della ricerca – Tuttavia, con il cibo vegano presentato in modo maschile, potrebbero provare meno resistenza e avere maggiori probabilità di consumarlo.

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I risultati dell’esperimento

Per mostrare fino a che punto il marketing possa influenzare le scelte di consumo il team di studiosi ha condotto un esperimento a cui hanno preso parte 593 persone, alle quali sono state sottoposte descrizioni di quattro piatti diversi: insalata, spaghetti alla carbonara, gulasch e hamburger.

Si è ipotizzato che l’insalata e in parte anche gli spaghetti alla carbonara abbiano una connotazione più femminile, mentre gulasch e hamburger tendono ad avere una connotazione più maschile. – spiegano i ricrcatori – Non è stata presentata alcuna foto e i colori e il design sono stati mantenuti costanti e in semplici colori neutri. Il testo stesso differiva tra un’inquadratura maschile e una convenzionale ed era suddiviso in uno slogan all’inizio della descrizione, seguito da un breve testo sugli ingredienti e sulla preparazione, e da una breve sezione di esaltazione del piatto.

Nelle descrizioni sono stati impieganti numerosi attributi convenzionali o più tipicamente maschili. Ai partecipanti è stato poi domandato se le pietanze inquestione fossero considerate più adatte alle donne o agli uomini.

E le previsioni degli esperti sono state confermate. “Ci aspettavamo che una descrizione del cibo vegano con attributi maschili influenzasse l’associazione di genere dei piatti vegani, riducendo così l’incoerenza percepita con l’identità di genere maschile In linea con la nostra ipotesi, abbiamo scoperto che i piatti vegani presentati in modo maschile si sono spostati verso una valutazione neutrale rispetto al genere, indebolendo il legame con la femminilità. – chiariscono gli autori della ricerca – Una maggiore identificazione con la nuova mascolinità era correlata ad atteggiamenti più favorevoli nei confronti del veganismo.

Come evidenziato dal team di ricercatori, se le aziende di vegetariani e vegani si sforzassero di più per utilizzare formule per attrarre anche i clienti di sesso maschile, gli uomini sarebbero più spronati a rinunciare alla carne e virare verso diete a base vegetale crescerebbero. Insomma, il marketing ha un potere non indifferente ed è un vero peccato non sfruttarlo per una giusta causa.

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Fonte: Frontiers in Communication

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