Carcere per i genitori dei bambini vegani, la proposta di legge

S prospetta il carcere per quei genitori che “costringono” i propri figli ad una dieta vegana

Nuovo attacco (anche se indiretto) contro la dieta vegana, in particolare quella dei bambini. L’argomento questa volta è arrivato in parlamento e i toni sono decisamente aspri: si prospetta il carcere per quei genitori che “costringono” i propri figli ad una dieta vegan.

La proposta è di Forza Italia e nasce per tutelare i diritti dei bambini di mangiare “un po’ di tutto”, evitando così possibili carenze nutrizionali dato che, “è risaputo”, i piccoli hanno bisogno delle cosiddette proteine nobili (quelle che derivano dagli animali) per poter crescere correttamente sia a livello fisico che psicologico. Il riferimento è alla premessa al testo degli articoli della PdL n.3792 in cui sono stati stigmatizzate l’alimentazione vegetariana e vegana (basandosi su una manciata di casi di cronaca riportati dalla stampa e sempre smentiti dai fatti).

La premessa, confusa e fuorviante – aggiunge la LAV – è solo l’introduzione al testo degli articoli della Proposta di Legge, i quali non nominano mai l’alimentazione vegan, che non è una dieta, ma parlano di punizioni di vario grado per i genitori che impongono una “dieta alimentare priva di elementi essenziali per la crescita sana ed equilibrata del minore“.

Si tira in ballo la Costituzione che impone ai genitori di tutelare la salute dei propri figli ed è necessario quindi agire subito per:

“stigmatizzare definitivamente le condotte alimentari incaute e pericolose imposte dai genitori, o da chi ne eserciti le funzioni, a danno dei minori di età”.

Come? Attraverso una modifica dell’articolo 572 del codice penale che punisce con una pena fino ad un anno di reclusione chi:

“impone o adotta nei confronti di un minore degli anni sedici, sottoposto alla sua responsabilità genitoriale o a lui affidato per ragione di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, una dieta alimentare priva di elementi essenziali per la crescita sana ed equilibrata del minore stesso”.

Se il riferimento è alla alimentazione veg, evidentemente sono sfuggite diverse cose: in primis che l’American Dietetic Association (ADA), una delle più autorevoli fonti in maniera di nutrizione, già da diverso tempo sostiene che la dieta vegetariana, così come quella vegana, quando ben pianificate sono adatte a soddisfare i fabbisogni nutrizionali non solo di adulti ma anche di donne in gravidanza, neonati, bambini e adolescenti.

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Altra cosa è che la maggior parte dei genitori vegani è particolarmente attenta all’alimentazione dei propri figli e, proprio per evitare qualsiasi tipo di carenza, si rivolge a pediatri e nutrizionisti specializzati per avere preziose indicazioni sulla gestione della dieta quotidiana dei piccoli. Si utilizzano per questo diversi alimenti sconosciuti alla maggior parte dei bambini onnivori (citiamo ad esempio: olio di semi di lino o canapa per integrare gli omega 3, salsa tahin e legumi uniti a succo di limone per un buon quantitativo di ferro, crema di mandorle per il calcio, alghe per lo iodio, ecc.). Si limitano poi, almeno per i primi tempi, le fibre in modo da non ostacolare l’assorbimento dei nutrienti (insomma si apre davvero un mondo per chi lo vuole conoscere e scoprire…).

Quando la dieta vegan per i più piccoli è ben pianificata, si prevede anche un’integrazione in gocce di b12 ed eventualmente (soprattutto in alcuni periodi dell’anno) di vitamina D. Al contrario di quello che si possa superficialmente pensare, la gran parte dei genitori veg è decisamente scrupolosa riguardo al benessere dei propri figli.

Il risultato finale? Bambini sani e forti, con uno sviluppo assolutamente normale. Ce ne sono tanti anche nel nostro paese ma fa molto più scalpore parlare di quei pochi sporadici casi di bambini veg finiti in ospedale e di conseguenza sulla bocca di tutti. Poveri bambini denutriti sfortunatamente finiti nelle grinfie non di genitori vegani (nella maggior parte dei casi tra l’altro la situazione è ben diversa da quella presentata dai giornali) ma di genitori sconsiderati o poco informati.

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Ci auguriamo quindi che la proposta sia quella di perseguire qualsiasi genitore (indipendentemente dal proprio stile alimentare) che a causa delle scelte alimentari scorrette a cui “costringe” i propri figli (troppi grassi animali e vegetali, eccessive dosi di zucchero, fritti, conservanti, coloranti, ecc.) permette la diffusione in giovane età di obesità e diabete.

Francesca Biagioli

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