Corpi umani insanguinati e confezionati nelle proteste della PETA, è davvero questo il modo giusto per sensibilizzare le persone a non mangiare più carne?

L'associazione internazionale PETA continua a manifestare contro il consumo di carne a suo modo, mostrando attivisti ricoperti di finto sangue, impacchettati in confezioni come tagli da supermercato. Ma questo tipo di proteste sarà davvero efficace per raggiungere l'obiettivo?

I sostenitori dell’associazione per il benessere animale People for the Ethical Treatment of Animals (PETA) sono scesi in strada per protestare nuovamente contro il consumo di carne. In uno degli ultimi eventi alcuni attivisti si sono mostrati in una località balneare ricoperti di “sangue”.

Come animali appena macellati e scuoiati, la loro carne è disposta nelle confezioni che comunemente si trovano al supermercato, avvolte nella pellicola. Rimangono lì, sotto gli sguardi interdetti dei passanti, mentre altri manifestanti sorreggono cartelli invitando le persone a considerare gli animali come nostri simili e non parte della nostra alimentazione.

Più che un invito alla riflessione si tratta di una azione diretta con un messaggio senza peli sulla lingua.

Miliardi di animali vengono abusati e uccisi violentemente ogni anno per colpa tua e di quelli che mangiano carne, si legge sulle etichette delle confezioni.

La protesta è stata condivisa sui social dell’associazione con il titolo “when you meet your meat” ossia quando incontri la tua carne. Le reazioni del web, come quelle dei bagnanti che possono essere interpretate dalle loro facce, sono contrastanti.

Se molti sostengono l’operato della PETA e i suoi interventi per i diritti schiacciati degli animali, ve ne sono altrettanti che criticano il suo modo di agire. Non tutti sembrano aver capito fino in fondo il senso di questa dimostrazione.

“Questo è il motivo per cui nessuno prende sul serio voi e i vegani” ha scritto un’utente. “[La protesta] traumatizza i giovani del posto. Ora assoceranno la Peta al genocidio e alle morti raccapriccianti, questo è il loro obiettivo così che funzioni anche se sono semplicemente distesi e nudi” ha replicato un altro.

È lecito chiedersi se questo tipo di proteste possano convincere una buona parte della popolazione a ridurre il consumo di carne o a rinunciare completamente a questa a favore di una alimentazione più consapevole e vegetale. C’è il rischio reale che eventi del genere possano avere un effetto boomerang.

La PETA non è comunque nuova a provocazioni molto originali. Di recente aveva lanciato uno sciopero del sesso, chiedendo alle donne di aderire se la propria metà mangiava carne.

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Fonte: PETA/Facebook

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