Cocktail di pesticidi e Pfas nella frutta: queste sono le varietà più contaminate in Europa, c’è anche la tua preferita?

Uno studio di Pan Europe ha rivelato che frutta e verdura non biologica venduta nell'Ue è sempre più contaminata dai pericolosi Pfas, aggiunti deliberatamente o come sottoprodotti nei pesticidi utilizzati in agricoltura. La contaminazione è triplicata in dieci anni e alcuni frutti sono particolarmente interessati dal problema

Nell’Unione Europea, la presenza di sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) nelle colture alimentari, specialmente nella frutta e verdura non biologica, è un problema sempre più evidente. Un recente studio, condotto da Pan Europe, ha rivelato che tali contaminazioni sono il risultato dell’aggiunta di Pfas ai pesticidi utilizzati in agricoltura. Di conseguenza, attraverso frutta e verdura, non solo siamo esposti ad un cocktail di pesticidi ma anche agli Pfas che contengono.

Di solito, quando pensiamo ai Pfas ci vengono in mente subito le padelle antiaderenti (ne abbiamo parlato recentemente in questo articolo) ma spesso sottovalutiamo che tali sostanze, conosciute negli Usa come “forever chemicals” per la loro  persistenza nell’ambiente, si utilizzano anche nelle colture alimentari.

Come ricorda Pan Europe:

Le sostanze per- e polifluoroalchiliche o PFAS, note come “sostanze chimiche per sempre” per la loro eccezionale persistenza, rappresentano oggigiorno uno dei maggiori rischi chimici per l’uomo e l’ambiente. Inquinano le risorse idriche e si accumulano nel suolo, nelle colture alimentari e negli organismi viventi, compreso l’uomo. Le limitate prove disponibili indicano una serie di effetti sulla salute umana e sull’ambiente legati all’esposizione. Il nostro rapporto mostra che l’agricoltura europea contribuisce a questa eredità dei PFAS.

Lo studio di Pan Europe si è concentrato in particolare sull’uso, nelle coltivazioni europee di frutta e verdura non biologiche, di 37 sostanze attive contenenti Pfas, Pfas di cui non si fa però menzione nelle etichette dei pesticidi. Gli agricoltori, dunque, sono spesso ignari di cosa contengono davvero i prodotti che spruzzano sui loro terreni.

La ricerca ha analizzato i dati ufficiali di monitoraggio dei residui di pesticidi nell’UE dal 2001 al 2021, evidenziando un triplicamento dei livelli di contaminazione in un decennio. In particolare, ha rilevato residui di ben 31 pesticidi Pfas nella frutta e nella verdura (i più comuni sono il fungicida fluopyram, l’insetticida flonicamid e il fungicida trifloxystrobin).

La frutta non biologica mostra livelli più elevati rispetto alla verdura, con il 20% di quella analizzata che contiene una combinazione di residui di pesticidi Pfas.

La frutta più contaminata da Pfas

Alcune varietà sono risultate più contaminate da Pfas. Il record in negativo per l’anno 2021 lo detengono:

  • fragole (percentuale di contaminazione 37%)
  • pesche (percentuale di contaminazione 35%)
  • albicocche (percentuale di contaminazione 31%)

Queste varietà spesso contenevano cocktail di tre o quattro diversi Pfas in un unico frutto, come nel caso delle fragole.

Nel 2021, Paesi Bassi, Belgio, Austria, Spagna e Portogallo hanno prodotto frutta e verdura più frequentemente contaminata. Tra gli importatori, invece, più hanno contribuito alla contaminazione da Pfas Costa Rica, India, Sud Africa, Colombia e Marocco.

E l’Italia? Non sappiamo i dati specifici relativi al nostro Paese in quanto non è stato preso a campione per lo studio.

Quali sono i rischi

Sebbene la maggior parte dei residui rilevati rientri nei limiti massimi di residui (LMR), le preoccupazioni persistono a causa dell’effetto cocktail, ovvero l’esposizione combinata a diverse sostanze chimiche. La tossicità dei singoli Pfas è ampiamente documentata, correlata a danni alla salute umana come interferenza endocrina, cancerogenesi e genotossicità ma ancora poco si conosce in merito ai possibili effetti di un cocktail di sostanze tossiche.

Di conseguenza, il Pan Europe sottolinea l’urgenza di vietare l’uso di pesticidi Pfas per proteggere la salute della popolazione europea, con una particolare attenzione ai gruppi più vulnerabili come donne incinte, neonati e bambini.

Tra l’altro gli esperti ricordano che:

I pesticidi PFAS non sono assolutamente necessari per coltivare i raccolti. Sono una fonte facilmente evitabile di inquinamento da PFAS. Il mantenimento delle approvazioni dei pesticidi PFAS nell’UE porta all’esposizione intenzionale dei cittadini ai residui PFAS giorno dopo giorno, nonostante le richieste della comunità medica per una completa eliminazione. Nel 2020, l’UE si è impegnata a vietare tutti i PFAS non necessari in Europa, ma i pesticidi PFAS sono stati esclusi dalla proposta sulla base del falso presupposto che siano già sufficientemente regolamentati dalla legge UE sui pesticidi.

Qui trovate tutto il report di Pan europe.

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Fonte: Pan Europe

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