Ci sono semi di senape non dichiarati nel grano: rischio allergie, il Ministero chiede di fare chiarezza

La presenza nel grano italiano di semi di senape, considerato allergene, potrebbe portare a gravi conseguenze se non dovutamente segnalata.

La presenza nel grano italiano di semi di senape (tra l’altro dovuta a una pratica indispensabile per chi coltiva con metodi biologici), considerato allergene secondo un regolamento europeo, potrebbe portare a gravi conseguenze se non dovutamente segnalata

Pasta, pane e molti prodotti da forno potrebbero essere stati preparati con farine contaminate da semi di senape. È per questo motivo che dal Ministero della salute arriva la comunicazione che segnala la presenza di partite di farina di grano, in particolare di grano italiano, contaminate da senape.

Pericoloso? Per chi è allergico sì. La senape, nell’Ue e in alcuni altri Paesi, rientra infatti tra i 14 allergeni che devono essere indicati in etichetta come ingredienti dei prodotti alimentari. L’allergia alla senape è diffusa in Paesi come la Francia e la Spagna, ma anche in India.

I semi di senape sono costituiti per più del 20% da proteine, alcune delle quali hanno proprio un effetto allergenico. I soggetti sensibili possono avere reazioni allergiche (eruzioni cutanee, gonfiore, mancanza di respiro, asma e altro) anche a piccole quantità di allergeni negli alimenti. 

Le aziende alimentari dovrebbero quindi prevenire l’eventuale richiamo dei prodotti in cui l’allergene potrebbe essere presente e non dichiarato in etichetta, secondo le linee guida definite dal Regolamento (UE) 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori.

Tracce di senape nel grano italiano

Tale presenza è stata rilevata dalle autorità irlandesi soprattutto sulla farina ottenuta da grano della raccolta 2021. L’allerta è partita dagli uffici irlandesi del sistema di allerta rapido europeo per gli alimenti (Rasff) che ha diramato una segnalazione per la presenza sul mercato di grano “fortemente contaminato” da senape.

La nota precisa che la questione riguarda soprattutto il grano raccolto in Italia nel 2021.

L’altro problema irrisolto – come si legge nella segnalazione del Ministero – è che ad oggi in Italia non risultano disponibili metodi di riferimento ufficiali per la ricerca analitica della senape negli alimenti. I laboratori impiegano dei sistemi imprecisi che possono dare falsi positivi. 

L’altra decisione del dicastero è stata quella di informare i consumatori coinvolgendo gli assessorati alla sanità di Regioni e Province invitandoli a diffondere circolari indirizzate a tutte le aziende alimentari e alle catene di supermercati. Tenuto conto della difficile gestione di una contaminazione tanto improvvisa quanto diffusa, e della difficoltà di provvedere in tempi rapidi alla stampa di nuove etichette che evidenziano l’eventuale tracce di senape, le aziende devono comunque informare i consumatori in vista dell’adeguamento progressivo delle etichette.

Perché si trova la senape nel grano?

Le sue proprietà fungicide e biocide rendono la senape, una pianta erbacea, in grado di contrastare lo sviluppo di infestanti e patogeni. Per questo, molte aziende agricole la usano in alternativa a sostanze chimiche, in particolare con la pratica di sovescio, che mira a dare nutrimento al terreno e a migliorarne la struttura senza utilizzo di sostanze chimiche: la pianta della senape si intervalla alla semina del grano per concimare e mantenere la fertilità del terreno. Ecco perché, quindi, si può trovare senape occulta nel grano, anche per contaminazione crociata, e di conseguenza nei prodotti da esso derivati.

Cosa devono fare gli operatori del settore

Per gli incarti in giacenza già acquistati, il Ministero della salute consiglia ai distributori di introdurre il nuovo avviso nell’area dedicata al termine minimo di conservazione, aggiungendo un’etichetta apposita con la dicitura “può contenere tracce di senape”. Si può anche rinviare gli acquirenti per approfondimenti ad una pagina del sito aziendale.

Per i prodotti che sono già sugli scaffali, le aziende dovrebbero apporre degli avvisi o dei cartelli indicando la possibile presenza della senape, rimandando per approfondimenti ai siti aziendali.

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Fonte: Ministero della salute

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