Bigatour: 6 donne, 6 bici e 2 tende

E' la vacanza di sei amiche che hanno deciso di passare così le loro agognate ferie. Un modo talmente semplice da apparire straordinario. Un'idea a cui è stato dato il nome di Bigatour e che è presto diventata un blog e un piccolo fenomeno.

Partenza prevista per domani 31 luglio, un martedì. I più superstiziosi strizzerebbero già il naso. Si esce dalla tangenziale e inizia l’interminabile viaggio lungo l’autostrada. Previsione sbagliata: si parte da Bologna in bici e ci si addentra lungo le strade provinciali che scendono verso la costa romagnola. Obiettivo: sdraiarsi come lucertole al sole? Non è questo il caso. Qui, la meta è il viaggio:13 giorni per arrivare dal capoluogo emiliano fino a Giulianova in Abruzzo. Nel frattempo: una visita al Parco, una birra lungo la spiaggia, una sagra di paese…

È la vacanza di sei amiche che hanno deciso di passare così le loro agognate ferie. Un modo talmente semplice da apparire straordinario. Un’idea a cui è stato dato il nome di Bigatour e che è presto diventata un blog e un piccolo fenomeno.

Anna, Marianna, Chiara, Iris, Alessandra e Annalisa lavorano e abitano a Bologna. Tutte frequentano l’associazione Oltre e hanno età comprese tra i 27 e i 32 anni: una vita normale che oscilla tra i lavoretti e le passioni, l’ansia del futuro, il precariato cronico e la voglia di non perdersi d’animo. Da sempre sfrecciano per le vie della rossa città emiliana in sella alle loro bici. Alcune tra loro, macinano anche dieci chilometri al giorno per andare al lavoro. Un allenamento involontario che ha permesso di non lasciarsi impensierire dall’idea di fare oltre 350 kilometri con la loro bicicletta da città.

Qualcuno ha provato a dirci che è una pazzia, ma la nostra intenzione non è dare prova di resistenza fisica. È semplicemente quella di fare una vacanza sfruttando un mezzo di trasporto diverso e prendendo il viaggio come un’occasione per godere del paesaggio, dei luoghi e delle persone che incontreremo” dice Annalisa, colei che del gruppo si occupa della comunicazione. Nel progettare il viaggio, ognuna si è affidata un ruolo a seconda dei propri talenti: c’è colei che dovrà occuparsi delle riparazioni delle biciclette, quella che si prenderà cura dei fisici stanchi adoperandosi a fare un piccolo corso yoga tutte le mattine e quella che dovrà tenere forti gli animi nei momenti di stanchezza. “E se una non ce la fa, non importa. Si ferma, si riposa oppure può decidere di prendere un treno”.

Marianna2 bigatour

Essendosi occupata del blog, nel corso di queste ultime settimane, Annalisa è colei che ha sentito maggiormente l’eco ottenuto dalla notizia. “L’attenzione raccolta attorno alla nostra piccola idea è del tutto inaspettata. Quotidianamente riceviamo e-mail di persone che ci augurano buon viaggio, che vorrebbero partire con noi o che semplicemente si prenotano per incontrarci da qualche parte” dice. Come Claudio Busatto che il 27 giugno è partito per fare il suo personale Giro d’Italia in bicicletta e che ha proposto alle sei temerarie di bersi una birra insieme a un certo punto del viaggio.

Il blog è diventato anche la cassa di risonanza per chiedere ospitalità. Perché nello spirito della vacanza non è compreso vitto e alloggio in albergo ma una forma nostrana di couchsurfing. Le sei giovani donne partono munite di due tende e qualche borsa frigo per tenere l’acqua al fresco con l’obiettivo di trovare accoglienza lungo il viaggio. Il camping Paradiso nella riserva di San Bartolo, alle spalle di Pesaro si è già fatto avanti. In cambio di una giornata di animazione darà una piazzola a disposizione delle viaggiatrici dove picchettare le tende. A San Benedetto e Giulianova, saranno i genitori rispettivamente di Marianna e Iris a offrire un giardino dove accamparsi. Manca ancora un cortese oste a Senigallia e Porto Recanati e le candidature sono aperte.

“In fondo, quello che noi stiamo mettendo in moto è solo un ribaltamento di prospettiva condito con un po’ di leggerezza” commenta Annalisa “Se il mondo ci costringe a essere precarie e flessibili, noi facciamo di questa condizione il trampolino di lancio per vivere un’esperienza unica e riappropriarci di sensazioni perdute“.

E se poi, c’è un fisioterapista che ha voglia di farsi avanti per il giorno in cui le temerarie torneranno a Bologna, sode e stanche, è questo il momento. In cambio, otterrà le fantastiche storie di viaggio che solo uno sguardo ad altezza del sellino può regalare.

Pamela Pelatelli

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