Enfield 8000: l’antenata dell’auto elettrica che non piaceva ai petrolieri

Una vettura elettrica con prestazioni eccellenti, per l'epoca, che poteva persino sbarcare negli USA. Ma non andò così...

Ben quarant’anni fa furono prodotte 100 auto elettriche dalle ottime prestazioni sull’Isola di Wight. Facevano 90 chilometri con una ricarica e avevano una aerodinamica migliore delle Porsche dell’epoca. Poi l’industria del petrolio si arrabbiò…

La storia della Enfield 8000, raccontata dalla BBC, è tanto bella quanto significativa. E pensare che è una storia ormai vecchia di 40 anni non fa altro che rafforzare il sentimento ormai comune secondo cui la tecnologia per muoversi senza bruciare benzina o gasolio c’è, ma qualcuno spinge affinché non arrivi sul mercato.

Partiamo dalla storia. Nel 1966 Enfield vince la concorrenza di Ford e di altri grossi costruttori e si aggiudica dallo United Kingdom Electricity Council la commessa per costruire oltre 100 auto elettriche sull’Isola di Wight. Il suo modello, la 8000, è migliore di tutti gli altri: velocità massima di 77 chilometri orari (la FIAT 500, all’epoca, faceva i novanta) e autonomia di 90 km con una sola carica.

Messa nella galleria del vento la Enfield 8000 faceva scorrere l’aria sulla sua carrozzeria meglio di molte sportive dell’epoca, Porsche comprese. Era alimentata da otto batterie da 6 Volt e aveva il caricatore integrato. Quindi si poteva ricaricare semplicemente agganciandola alla presa di corrente domestica. Era, a tutti gli effetti, l’equivalente anni 60 di una moderna auto elettrica.

Nel novembre 1969 la Enfield fu la star del primo simposio internazionale sulle auto elettriche, a Phoenix in Arizona. A quel simposio c’era pure il Governatore della California Ronald Reagan che, quando la vide, chiese stupito come mai un gioiellino del genere non fosse corstruito anche in America. Reagan si offrì anche per cercare uno stabilimento in California dove costruire la Enfield, ma il creatore dell’auto, Sir John Goulandris, rifiutò cordialmente.

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Si dice che ciò sia dovuto al fatto che, oltre alle auto elettriche, il suo vero business fosse quello dei trasporti marittimi. E di petrolio e benzina, via nave, se ne trasportano milioni di tonnellate ogni anno da decenni. Di sicuro Sir John Samuel, che era a capo della delegazione che portò la Enfield 8000 a Phoenix, un giorno confessò che in quel periodo riveveva ogni giorno telefonate al vetriolo dai benzinai dell’Isola di Wight, irati perché stavano andando in fallimento.

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Qualunque sia la verità, la storia della Enfield fu molto breve: nel 1973 Goulandris decise di spostare la produzione dell’auto elettrica in Grecia, sull’isola di Syros, e fu la fine di questo modello rivoluzionario. In Grecia, infatti, l’auto non ottenne mai le certificazioni necessarie per circolare su strada e, nel 1976, la produzione fu interrotta.

Peppe Croce

Fonte e foto: BBC

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