Spezie adulterate: migliora la situazione in Italia, solo questo origano è risultato falso

Una nuova indagine, condotta da Altroconsumo e altre associazioni simili a livello internazionale, ha scoperto che la situazione delle spezie adulterate e "tagliate" con erbe meno pregiate è generalmente migliorata. In Italia, solo un origano è risultato essere falso (ma per ben il 90%)

Non tutti lo sanno, ma anche le erbe aromatiche e le spezie possono essere adulterate, come hanno dimostrato diverse indagini nel corso di questi ultimi anni. Vi abbiamo parlato ad esempio dell’origano, una delle spezie più frequentemente “tagliate” con erbe meno pregiate, così da farne aumentare il peso e di conseguenza guadagnare di più.

A novembre 2021 c’è stata la prima indagine della Commissione Ue proprio sull’autenticità di spezie ed erbe aromatiche. Questa aveva mostrato che il 17% dei campioni raccolti in 23 Paesi risultava adulterato (si trattava di 323 prodotti su 1.885).

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La frode consisteva sostanzialmente nella presenza di materiale differente dall’erba o spezia venduta, che era sempre di provenienza vegetale anche se meno pregiato.

Ad essere più adulterato risultava proprio l’origano (il 48% dei prodotti era “tagliato” con foglie di olivo, mirto, maggiorana o altro), seguito dal pepe (il 17% conteneva amidi di cereali, semi di senape o altre spezie) e dal cumino (14% dei campioni adulterati), curcuma (11%), zafferano (11%) e paprika/peperoncino (6%).

Altroconsumo ha deciso di ripetere l’analisi con la collaborazione dell’Icrt (International Consumer Research & Testing), la rete internazionale con cui collabora per i test, così da poter testare erbe e spezie vendute non solo in Italia ma anche in Spagna, Slovenia, Austria e Danimarca.

I campioni sono stati acquistati nei negozi e online tra settembre e ottobre 2022. Si trattava di 120 prodotti che poi sono stati analizzati da un laboratorio specializzato in frodi alimentari.

I risultati in Italia: un solo origano adulterato

Altroconsumo si mostra soddisfatto dei risultati. Dei 35 prodotti italiani di marche come Cannamela, Montosco, La Drogheria, Carrefour, Conad e altre, solo uno è risultato adulterato e per ben il 90% del contenuto.

Si trattava dell’Origano essiccato frantumato di Italia Spezie, venduto da un sito che commercia prodotti con l’omonimo marchio. L’origano incriminato, che conteneva in realtà “altro”, aveva anche un costo abbastanza elevato per 40 grammi di prodotto (3,49 euro).

Come spiega Altroconsumo:

Le prime analisi sono state svolte con uno specifico tipo di spettroscopia agli infrarossi, un metodo che misura l’interazione della luce con la materia. I dati sono stati poi interpretati tramite un modello matematico in grado di capire se il campione corripondeva alla specie botanica dichiarata o meno. Questa analisi ha messo subito in evidenza che circa il 90% del prodotto non era origano ma “altro”, probabilmente foglie di olivo, cisto o mirto (l’esame non è sempre in grado di identificare con precisione l’adulterante).

Non ci sono rischi per la salute nel consumare prodotti adulterati come questo ma ovviamente si tratta di frodi alimentari. Perché dovremmo pagare così tanto un prodotto convinti di acquistare un origano che in realtà non lo è?

In seguito, Italia Spezie, ha comunicato di aver sospeso la vendita del lotto di origano risultato adulterato e che avrebbe provveduto ad avvisare i consumatori che lo avevano acquistato.

In totale, considerando tutti i Paesi, solo il 2,5% dei prodotti analizzati è risultato adulterato (si trattava di 3 referenze).

Altroconsumo conclude:

Nonostante le tre adulterazioni individuate nei cinque Paesi dell’indagine, possiamo comunque dire che la situazione sembrerebbe migliorata rispetto a quanto risultato in passato nello studio della Commissione europea. Un bene: perché erbe e spezie – oltre a essere sempre più utilizzate in Europa – non sono prodotti così semplici da tenere sotto controllo.

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Fonte: Altroconsumo

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