Pasta: resta l’origine del grano in etichetta nonostante il ricorso delle aziende (da Barilla a De Cecco la volevano eliminare quasi tutte)

Se ne è parlato poco ma grandi aziende della pasta tra cui Barilla, De Cecco e La Molisana hanno tentato di eliminare l'obbligo di indicare l'origine del grano sulle confezioni di pasta facendo ricorso al TAR (che però ha respinto la richiesta). Stavolta a vincere sono state trasparenza e diritti dei consumatori

Nel settore alimentare, la trasparenza riguardo all’origine dei prodotti è un aspetto cruciale per i consumatori. La legge vigente impone alle aziende di indicare l’origine della materia prima principale, come il grano, sui pacchi di pasta. Alcune aziende hanno cercato però di eludere questa normativa, dando il via a una controversia giuridica conclusasi a fine gennaio 2023 con 2 sentenze del Tar del Lazio.

Ma partiamo dall’inizio, sulla Gazzetta Ufficiale del 17 agosto 2017, è stato pubblicato il provvedimento che stabilisce che i produttori di pasta sono tenuti a indicare in etichetta sia il Paese di coltivazione del grano che il Paese di molitura. Questa disposizione è estremamente utile a fornire ai consumatori un’informazione completa e trasparente, essenziale per consentire loro di prendere decisioni d’acquisto informate e consapevoli.

Ad alcuni pasticifici e produttori di farina, però, la decisione non è andata giù e hanno fatto ricorso al Tar del Lazio per cercare di far eliminare l’obbligatorietà dell’indicazione di orgine.

Questo il lungo elenco di aziende coinvolte nel ricorso, come si legge nelle sentenze del Tar pubblicate sul sito GranoSalus:

  • F.lli De Cecco di Filippo Fara San Martino S.p.A.
  • Barilla G. e R. Fratelli S.p.A.
  • De Matteis Agroalimentare S.p.A.
  • La Molisana S.p.A.
  • F. Divella S.p.A.
  • Rummo S.p.A.
  • Pastificio Lucio Garofalo S.p.A.
  • Pastificio Battagello S.r.l.
  • Pasta Berruto S.p.A.
  • Colussi S.p.A.
  • Pastificio Rigo S.p.A.
  • Pasta Zara S.p.A.
  • Pastificio Felicetti S.r.l.
  • Pastificio Granarolo S.r.l.
  • Molitoria Umbra S.r.l
  • Semolerie Giuseppe Sacco & Figli S.r.l.
  • Molino Grassi S.p.A.
  • Molino Casillo S.p.A.
  • Candeal Commercio S.r.l.
  • Deis S.r.l. De Sortis Industrie Semoliere
  • Industria Molitoria Mininni S.r.l.
  • Moderne Semolerie Italiane S.p.A.
  • Industria Agroalimentare De Vita S.r.l.
  • Grandi Molini Italiani S.p.A.
  • Semolificio Loiudice S.r.l.
  • Molino S. Paolo di Paolo Gallo & C. S.p.A.

La risposta del TAR Lazio è arrivata il 25 gennaio 2023 con due distinte sentenze che respingono il ricorso presentato dalle aziende. Il TAR ha ritenuto infondati i motivi addotti dalle società produttrici di pasta, sottolineando l’importanza della trasparenza per i consumatori e la necessità di rispettare la legislazione vigente.

Alla fine della sentenza si legge il responso che non lascia spazio a dubbi:

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Quinta), definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo respinge

Una domanda però sorge spontanea: come mai queste aziende hanno cercato di eludere l’obbligo di indicare l’origine del grano? A pensare male, si direbbe che questo avrebbe favorito un maggior quantitativo di grano proveniente dall’estero o l’utilizzo di qualità che non rispecchiavano gli standard richiesti dai consumatori più attenti.

Potete leggere le due sentenze del Tar del Lazio QUI e QUI.

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Fonte: Grano Salus

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