Latte artificiale: alcuni contengono il doppio dello zucchero delle bibite gassate

Alcuni preparati di latte artificiale contengono il doppio dello zucchero della bevande gassate: è il risultato di uno studio della Leeds Beckett University

Alcuni preparati di latte artificiale contengono il doppio dello zucchero della bevande gassate: è il risultato di uno studio shock condotto da un gruppo di ricerca della Leeds Beckett University (UK), che allerta anche sui vuoti normativi presenti a livello globale.

Lo zucchero è dolce, è buono e piace molto ai bambini, che però così rischiano obesità, diabete di tipo 2 e malattie dentali. Anche perché, avvertono gli scienziati, abituati fin da piccoli a grosse quantità di zucchero, ne vorranno sempre molto durante il corso della loro vita, aumentando il rischio di patologie.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda l’allattamento al seno come strumento di nutrimento per i più piccoli, e in particolare che questo sia esclusivo per i primi 6 mesi di vita, sia per motivi nutrizionali che a vantaggio del sistema immunitario dei piccoli.

Ma, qualora fosse impossibile, si deve necessariamente ricorrere al latte artificiale che, a quanto pare, è uno strumento di nutrizione più pericoloso di quanto si ritenesse finora.

“Abbiamo studiato il contenuto di zucchero di 212 prodotti lattiero-caseari disponibili in commercio per lattanti di età inferiore ai tre anni. I prodotti venivano venduti nei supermercati di 11 Paesi – spiega Gemma Bridge – autrice principale del lavoro – Abbiamo raccolto dati sul contenuto di zucchero dalle etichette nutrizionali e li abbiamo confrontati con le composizioni medie del latte materno e le linee guida sul contenuto di zucchero. Abbiamo anche verificato la chiarezza delle etichette e le strategie di marketing utilizzate sulla confezione”.

Mostrando una situazione molto preoccupante.

“I nostri risultati hanno rivelato che oltre la metà dei prodotti contiene più di 5 g di zucchero per 100 ml. In molti casi, il contenuto di zucchero è superiore a 7,5 g per 100 ml, maggiore dei livelli raccomandati dal Parlamento europeo per i bambini. Abbiamo scoperto addirittura che un prodotto in polvere per bambini di età inferiore a sei mesi venduto in Francia contiene 8,2 g di zucchero per 100 ml, quasi due cucchiaini da tè, mentre una formula di latte pronta da bere per bambini di età inferiore a 12 mesi venduta nel Regno Unito contiene 8,1 g di zucchero per 100 ml”.

Veramente tanto, veramente troppo. Molti campioni analizzati hanno il contenuto di zucchero pari al doppio di quello di bevande zuccherate, per le quali è in corso tassazione proprio per limitare questo abuso.

“Ma forse più scioccante è il fatto che ci siano così poche normative in atto per controllare il contenuto di zucchero e per garantire che i consumatori siano ben informati” tuona la ricercatrice.

Stando a quanto riportato dallo studio, infatti, è difficile anche ottenere informazioni dalle etichette di questi prodotti in formula poiché i caratteri utilizzati sono piccoli e variano da Paese a Paese (alcuni prodotti esprimono il contenuto di zucchero per 100 g, mentre altri per 100 kcal, tra l’altro, nonostante le linee guida, come quelle nel Regno Unito, stabiliscono che i valori debbano essere espressi in kJ / kcal per 100 ml).

latte artificiale contenuto zucchero

Foto: FamVeld/Shutterstock

Quindi poche normative, ma anche eluse. E le unità di misura con cui viene riportato il contenuto di zucchero non è che la punta dell’iceberg. Infatti il Codice internazionale di commercializzazione dei sostituti del latte materno dell’Organizzazione mondiale della sanità prevede che i prodotti in formula per lattanti non debbano essere promossi durante l’allattamento, proprio perché è quello al seno che deve essere incoraggiato.

Ma questo studio ha dimostrato che molte delle formule avevano etichette disegnate con immagini di neonati o peluche, presumibilmente progettati proprio per invogliare l’acquisto. Con una strategia di marketing perversa che nulla ha a che vedere con la salute dei più piccoli.

Purtroppo non è sempre possibile allattare al seno. Per tutelare le famiglie che non hanno questa possibilità, tuonano i ricercatori, è urgente regolamentare la composizione del latte artificiale in modo che questa sia il più possibile vicina a quella del latte materno (magari con regolamenti simili a quelli della sugar tax), ma anche una chiara e severa normativa sulle etichette, che permetta ai consumatori di sapere veramente cosa stanno comprando (in Italia, di contro, è in arrivo un controverso bonus sull’acquisto del latte artificiale).

Il lavoro è stato pubblicato sul British Dental Journal.

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Fonti di riferimento: The Conservation / British Dental Journal / Codice internazionale di commercializzazione dei sostituti del latte materno

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