Una sfida social contro Shein and Co: “dall’1 giugno non comprare più vestiti usa e getta della fast fashion”

Il cambiamento nelle abitudini e nella mentalità è il potere più grosso che abbiamo, sfruttiamolo. #NoNewClothes è la challenge che ogni anno ci mette alla prova e chiede di non fare acquisti presso i colossi della fast fashion per almeno 90 giorni

La fast fashion è progettata per adattarsi a vite frenetiche. I prezzi bassi invitano a una manutenzione ridotta all’osso (più economica – a breve termine – e veloce da buttare che da lavare e stirare), a basso rischio (acquisto in fretta, non c’è bisogno di pentirmi se poi non mi sta benissimo) e la convenienza in termini di tempo non ha rivali (scorri, clicca e apri la porta).

La tentazione di acquistare dall’ultra fast fashion, insomma, è immensa e irresistibile. Il marketing aggressivo combinato con l’uso di algoritmi, che scansionano i social media alla ricerca di micro tendenze, consente ai marchi di ridurre la produzione fino a 10 giorni.

In prima linea in questo modello di business è, e lo sappiamo bene, Shein, il colosso dell’e-commerce che solo un anno è stato valutato 100 miliardi di dollari, il che vale quanto Zara e H&M messi insieme. Il suo modello di produzione di indumenti, oltre alla nostra domanda per loro, significa che sforna fino a 10mila nuovi prodotti al giorno. I ribassi costanti e temporizzati, mostrati in ore e minuti, perpetuano l’idea che devi comprare ora e non puoi indossare nulla due volte.

E il disastro è servito.

#NoNewClothes 2023

Con l’obiettivo di far riflettere sulle abitudini di consumo, sui valori che vogliamo indossare, sui cambiamenti necessari per creare un’industria della moda che sia inclusiva e rispettosa dell’ambiente e il ruolo che svolgiamo nel plasmare il futuro dell’industria della moda, ogni anno le Nazioni Unite lanciano la campagna #NoNewClothes insieme con l’ONG Remake, invitandoci a sospendere, per almeno 90 giorni, gli acquisti di vestiti nuovi.

La campagna si svolge ogni anno ogni estate, dall’1° giugno e terminando il 1° settembre.

Sfidandoti a non comprare “vestiti nuovi”, che si tratti di non comprare nulla o di dare la priorità al riutilizzo e all’usato, decidi tu! – ridurrai la tua impronta di carbonio, costruirai sane abitudini psicologiche, limiterai i rifiuti che mandi in discarica e manterrai i tuoi sudati guadagni da aziende che non forniscono ai loro lavoratori dell’abbigliamento salari dignitosi o condizioni di lavoro sicure.

Come funziona

Semplicissimo: basta iscriversi a #NoNewClothes attraverso un modulo di petizione sul sito di Remake e… si compra di meno! Perché farlo?

Perché Shein e tutto l’universo mondo della fast fashion sono tutt’altro che luoghi di shopping inclusivo. In realtà, l’impatto delle loro pratiche sull’ambiente è devastante. Molti Governi continuano a offrire licenze, approvando pratiche di sfruttamento scarsamente regolamentate che non contano i costi sostenuti per inquinamento, emissioni, degrado del suolo, perdita di biodiversità e di benessere umano.

Cosa fare allora? Una sola, potente, cosa: modificare la rotta dei nostri acquisti.

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