Sai cosa c’è dentro le tue “mutande”?

Quando il nudo è a fin di bene: dalla Gran Bretagna, un video per rendere sexy la sostenibilità e diffondere l'intimo etico.

Ci hanno pensato Jenny White di Eco-boudoir, marchio produttore di abbigliamento ecologico, e Verity White, unite per creare e produrre Pains Exposed: Know What’s in Your Knickers, un video per la BBC con un degno messaggio destinato a cambiare in meglio il modo di produrre e consumare vestiti, in particolare nell’abbigliamento intimo.

Le due sorelle hanno pensato bene di sfruttare il richiamo che solitamente genera questo tipo di spot (che in Italia probabilmente finirebbe incagliato nelle maglie della censura ancor prima di venire trasmesso) per dimostrare la mancanza di sostenibilità nel settore tessile e sensibilizzare sull’argomento il maggior numero di spettatori. “Sai cosa c’è nelle tue mutande”?

Know What’s in Your Knickers” è infatti la domanda che precede il filmato con cui viene messa in scena una sfilata di moda underwear. Le modelle in sexy lingerie (Knickers, mutande nello slang britannico) sono accompagnate sulla passerella dall’elenco dei dati che rispondono all’interrogativo e che le convincono a liberarsi completamente di “ciò che non conoscono”. Il video termina con fondo-schiena in libertà e l’invito a saperne di più sull’argomento e all’indirizzo www.morethanprettyknickers.com.

Anche se Jenny White ha un interesse commerciale nel generare l’attenzione per la questione, il sito è molto più informativo che orientato alla vendita, tanto che si fa fatica a trovare il link al negozio online della White dove acquistare Good Pants. In compenso, è possibile reperire nella relativa sezione, un’eccellente sintesi delle caratteristiche delle “mutandine sostenibili, delle tecniche di progettazione che minimizzano l’impatto ambientale utilizzate per produrle e le norme del commercio equo e solidale.

La sezione dedicata alle Bad Pants è altrettanto informativa e mette in evidenza le fibre, i metodi di progettazione e le pratiche commerciali sleali che il consumatore deve cercare di evitare ribadendo i fatti presentati nel video (le emissioni di CO2 per ogni paio di mutandine, il dilagante consumo di acqua, l’uso di pesticidi e prodotti chimici tossici).

Dando una sbirciatina al sito dell’Eco-boudoir ci si accorge però che essere eco-sexy non è proprio così economico: l’offerta parte dalle 40 sterline per un paio di knickers in fibra di bambu, forse un un po’ troppo, anche se etica, per una mutandina. Meglio farsi un giretto sul web per trovare un intimo sostenibile in grado di soddisfare tutti i portafogli e magari anche Made in Italy .

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