C’è preoccupazione per i rischi dell’arredamento a basso costo con la fast eco che produce enormi quantità di prodotti con rapidi rinnovi delle collezioni
![Zara home](https://www.greenme.it/wp-content/uploads/2024/05/Zara-home.jpg)
Un recente report pubblicato da associazioni ambientaliste francesi, tra cui Zero Waste France, Les Amis de la Terre e il Réseau National des Ressourceries et Recycleries, denuncia il crescente impatto ambientale della “fast deco”, ovvero l’arredamento a basso costo acquistato rapidamente e altrettanto velocemente gettato via.
Questo fenomeno sta generando un problema ecologico simile a quello del fast fashion. Mobili e decorazioni comprati da catene come Zara Home, H&M e Shein, e rapidamente scartati, contribuiscono significativamente allo spreco di risorse e alla produzione di rifiuti.
Durante il periodo del Covid, molte persone hanno investito nell’arredamento delle proprie case, portando a un boom di acquisti. Uno studio pubblicato su Les Échos mostra che tra il 2017 e il 2022, il numero di elementi di arredo immessi sul mercato in Francia è aumentato dell’88%. Tuttavia con l’aumento degli acquisti è aumentata anche la quantità di rifiuti: tra il 2014 e il 2020, i rifiuti di elementi d’arredamento sono raddoppiati e solo una piccola parte di questi viene riciclata.
Il parallelismo tra la fast deco e la fast fashion
Gli autori del report sottolineano che la fast deco e la fast fashion condividono lo stesso modello di business: enormi quantità di prodotti a basso costo e rapidi rinnovi delle collezioni. Le festività commerciali come San Valentino e la festa della mamma sono sfruttate per lanciare nuove collezioni e stimolare gli acquisti.
Ad esempio, Maisons du Monde introduce 3.000 nuovi oggetti ogni anno. Nuovi attori come Shein e Action stanno entrando nel mercato della decorazione low-cost, sostenuti da una comunità attiva sui social media e aumentando così l’impatto ambientale della fast deco.
Lo sfruttamento eccessivo delle risorse, come il legno, e l’utilizzo di materie sintetiche che inquinano gli oceani, sono solo alcuni dei problemi. Un documentario intitolato “Ikea, il signore delle foreste” evidenzia lo sfruttamento del legno, mentre cuscini, plaid e tende contribuiscono agli stessi danni ambientali dei vestiti, con l’uso di pesticidi e il grande consumo di acqua per il cotone.
Pierre Condamine, responsabile della campagna sulla sovrapproduzione di Les Amis de la Terre France, afferma che è urgente regolamentare il settore per limitare il consumo eccessivo di risorse. Nonostante le evidenze sull’importanza del riciclo e del riutilizzo, queste pratiche rimangono marginali e non adeguatamente supportate. Le associazioni ambientaliste chiedono quindi una maggiore attenzione e azioni concrete per affrontare questo problema.
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Fonte: Zero Waste France
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