È nato il movimento per la moda responsabile in Italia: “più qualità ed etica, meno quantità”

A 10 anni dal crollo del Rana Plaza, un gruppo di brand, produttori, aziende, cooperative e professionisti presenta il Manifesto per la Moda Responsabile in Italia. Lo scopo? Rendere la catena produttiva trasparente rivolgendosi a istituzioni, imprese e consumatori

Dieci anni da quando, il 24 aprile del 2013, il crollo dell’edificio Rana Plaza a Dhaka, in Bangladesh, che ospitava cinque fabbriche di abbigliamento, provocò la morte di almeno 1.132 persone e il ferimento di oltre 2.500. Probabilmente da allora abbiamo cominciato ad aprire gli occhi sulle pessime condizioni di lavoro dei lavoratori nel settore dell’ultra fast fashion in Bangladesh e in altri Paesi.

Come sono fatti i nostri vestiti? Chi li produce? Anche se sommessamente, qualcosa dal 2013 è cambiato e si è dato avvio a campagne e a movimenti che chiedono maggiori controlli e paghe eque per chi cuce i nostri abiti. E su quella scia, nei giorni scorsi è partito in Italia il “Movimento per la moda responsabile” che unisce chi vuole rendere tutta la catena produttiva più sostenibile, mettendo insieme brand, aziende, organizzazioni e cooperative e che ha come fine quello di creare un’industria della moda sempre più attenta al proprio impatto, accessibile e riconosciuta.

Leggi anche: Migliaia di morti per vestiti venduti a pochi euro: Rana Plaza 10 anni dopo, cosa è cambiato nella fast fashion?

Crediamo nella produzione e nel consumo volti alla qualità, più che alla quantità. Crediamo nel valore sociale ed economico come arricchimento del tessuto sociale, attraverso un impegno aziendale che vada oltre la propria struttura. Crediamo nella produzione e nel consumo il più possibile rispettosi dell’ambiente. Crediamo nell’etica come sinonimo di responsabilità a livello di diritti umani, in tutta la catena produttiva e distributiva.

Il Movimento Moda Responsabile (MMR)

Si tratta di un vero e proprio network composto da venti realtà come Rifò, Artknit, C.L.A.S.S Eco Hub, Fashion Revolution e professionisti come Silvia Stella Osella e Marina Spadafora. Brand, produttori, aziende, cooperative e professionisti uniti per operare quotidianamente nel settore della moda e perseguiere lo stesso obiettivo di creare un’industria sempre più responsabile, accessibile e riconosciuta.

Il primo passo del movimento è stato creare un manifesto, il “Manifesto per la moda responsabile in Italia”, al cui interno sono spiegati gli obiettivi, con quattro “pilastri” fondamentali:

  • ricerca della qualità
  • creazione di valore sociale
  • rispetto per l’ambiente
  • etica e responsabilità sociale

Con “produzione e consumo di prodotti di qualità” si intendono prodotti che siano pensati e creati per durare nel tempo e con un design che coniughi estetica e funzionalità. Ma un prodotto di qualità vuol dire anche “realizzato nel rispetto delle normative vigenti nei Paesi di produzione e di destinazione d’uso”, durevole e comunicato correttamente.

L’unione di intenti prende vita dalla consapevolezza dell’impatto negativo che la filiera moda ha sia a livello ambientale che sociale, con l’obiettivo di creare un sistema che guardi al settore moda con un occhio critico e propositivo.

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©MMR

Con la diffusione di questo Manifesto, il movimento partecipativo vuole farsi portavoce di un progetto che al suo interno presenta tre intenti principali:

  • per le aziende: promuovere la trasparenza e le buone pratiche, aiutando le imprese a capire come ridurre il proprio impatto ambientale, introducendo pratiche virtuose per un impatto sociale positivo, attraverso delle linee guida concrete da poter applicare alla propria impresa, nonché tramite il buon esempio;
  • per le istituzioni: promuovere il senso di responsabilità, unendo le voci di produttori e consumatori per acquisire maggiore forza e poter quindi proporre nuove norme a supporto del percorso verso la sostenibilità;
  • per le persone: promuovere la consapevolezza, il pensiero critico e il consumo consapevole, oltre a rendere più facile l’identificazione di aziende virtuose e responsabili.

https://www.instagram.com/p/CrLR54LLXcY/

Il Manifesto per la Moda Responsabile è nato dal confronto tra oltre 20 realtà:

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©MMR

  • And Circular
  • Artknit Studios
  • Atelier Riforma
  • Camilla Mendini, Divulgatrice e Imprenditrice
  • C.L.A.S.S.
  • Cooperativa Sociale Insieme A R.L.
  • Cristiana Crisafi, Vintage Specialist
  • Fili Pari
  • Green Marketing Agency
  • Guya Manzoni, Consulente in ambito moda
  • ID.EIGHT
  • Lottozero
  • Marina Spadafora, Ambasciatrice di moda etica
  • Mending for good
  • Morgatta, Designer, scrittrice e docente
  • Progetto Quid
  • Rén Collective
  • Renoon
  • Rifò
  • SEAY
  • SeeMe
  • Sfashion-net
  • Silvia Stella Osella, Consulente creativa e divulgatrice
  • Vesti la natura
  • Womsh

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Fonte: MMR

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