L’azienda giapponese che ha dato sei giorni di ferie in più ai dipendenti che non fumano

Avete mai pensato che chi fuma durante l’orario di lavoro alla fine del mese ha fatto quasi sicuramente più pause di chi invece non ha il vizio della sigaretta? Per questo motivo un’azienda giapponese ha deciso di premiare i suoi dipendenti non fumatori con delle ferie pagate in più.

Avete mai pensato che chi fuma durante l’orario di lavoro alla fine del mese ha fatto quasi sicuramente più pause di chi invece non ha il vizio della sigaretta? Per questo motivo un’azienda giapponese ha deciso di premiare i suoi dipendenti non fumatori con delle ferie pagate in più.

La società di marketing Piala Inc. con sede a Tokyo ha deciso di concedere ai propri dipendenti non fumatori sei giorni di ferie in più. Questo in realtà non è avvenuto proprio spontaneamente, i dipendenti si erano infatti lamentati di lavorare di più rispetto alle persone che fumando si concedevano regolarmente delle “pause sigaretta”.

Tra l’altro c’è da considerare che la società giapponese ha la propria sede al 29esimo piano di un blocco di uffici nel distretto di Ebisu di Tokyo. Chi fuma deve quindi andare al livello del seminterrato facendo una pausa che dura in media circa 15 minuti a volta.

La lamentela era arrivata già all’inizio dell’anno come messaggio all’interno di una casella apposita per i suggerimenti all’azienda. L’amministratore delegato della società, informato della lamentela, ha deciso di mettere in atto questa strategia concedendo ai dipendenti non fumatori delle ferie pagate in più, fornendo sostanzialmente ai lavoratori un po’ di tempo supplementare per compensare il maggiore tempo speso sul lavoro.

Attualmente circa 30 dipendenti sui 120 totali hanno usufruito delle ferie extra, un’iniziativa che si propone di essere utile anche in un altro senso come ha dichiarato Takao Asuka, CEO di Piala Inc:

“Spero di incoraggiare i dipendenti a smettere di fumare attraverso incentivi piuttosto che pene o coercizioni”.

E sembra che la cosa abbia già incoraggiato 4 ulteriori dipendenti a rinunciare al fumo, ha dichiarato sempre il CEO della società.

Sono circa 130.000 le persone che muoiono ogni anno in Giappone a causa di malattie derivate dal fumo e altre 15.000 sono le morti legate al problema del fumo di seconda mano. All’inizio di quest’anno il governatore di Tokyo, Yuriko Koike, ha dichiarato di prevedere l’imposizione di un divieto di fumo nei luoghi pubblici di tutta la città prima delle Olimpiadi estive del 2020. Ma la riduzione del consumo di tabacco in Giappone sarà probabilmente un’impresa difficile dato che in questo paese il vizio del fumo è davvero molto diffuso.

Se vi interessa smettere di fumare leggete anche:

Le aziende giapponesi stanno comunque aumentando gli sforzi per proteggere i dipendenti dall’impatto del fumo, anche da quello di seconda mano. Ad esempio la Lawson Inc, società di negozi aperti 24 ore su 24, da giugno ha vietato completamente il fumo nella sede centrale e negli uffici regionali.

Le iniziative contro il fumo delle aziende possono davvero dare un contributo importante alla lotta al tabigismo?

Francesca Biagioli

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