Amazon taglierà 18mila posti di lavoro in tutto il mondo dopo il boom dell’era Covid

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Dopo aver raddoppiato il proprio organico durante la pandemia Covid, il colosso dell'e-commerce è costretto a stringere la cinghia (e non è il solo...)

Il 2023 è iniziato molto male per migliaia di dipendenti Amazon, il colosso dell’e-commerce, che si sono ritrovati senza lavoro. L’azienda ha infatti annunciato il licenziamento del 5% del proprio organico – ovvero più di 18.000 dipendenti. Si tratta del licenziamento più massiccio della storia recente della società.

In realtà, i licenziamenti sono iniziati già lo scorso novembre, quando la società americana aveva annunciato il progressivo licenziamento di circa 10.000 persone. La stima era stata fatta al ribasso, evidentemente: il numero dei licenziamenti, che verranno completati a breve è aumentato nel corso delle ultime settimane.

Siamo profondamente consapevoli che queste eliminazioni di ruoli sono difficili per le persone e non prendiamo queste decisioni alla leggera né sottovalutiamo quanto potrebbero influenzare la vita di coloro che ne sono colpiti – ha spiegato Andy R. Jassy, Amministratore Delegato di Amazon.

Stiamo lavorando per supportare coloro che ne sono colpiti e stiamo fornendo pacchetti che includono un’indennità di separazione, prestazioni di assicurazione sanitaria transitoria e supporto per l’inserimento lavorativo esterno.

La maggior parte dei tagli riguarda le aree di vendita al dettaglio e di reclutamento. I dipendenti coinvolti non sono solo statunitensi: si prevede infatti una riduzione del personale in tutti gli stabilimenti del colosso – anche quelli situati nell’Unione Europea.

Le cause dei licenziamenti

Nei mesi bui della pandemia da Covid-19, quando le persone erano chiuse nelle strette mura dei propri appartamenti, l’universo degli acquisti online ha visto una vera e propria esplosione delle vendite: non era possibile fare shopping fisicamente, i negozi erano chiusi, e tutti si sono affidati all’e-commerce.

Per far fronte all’enorme richiesta e stare al passo con la domanda, Amazon ha raddoppiato la sua rete logistica e ha assunto centinaia di migliaia di dipendenti. Ma ora le cose sono cambiate: le restrizioni connesse alla pandemia si sono allentate e le persone sono tornate a preferire gli acquisti nei negozi a quelli online.

E anche Amazon ha dovuto adeguarsi a questo nuovo cambio di passo. Dopo un’ampia revisione del taglio dei costi, ha dapprima chiuso negozi fisici e il sistema sanitario virtuale Amazon Care. Successivamente, è stato annunciato un blocco delle nuove assunzioni a tutti i livelli dell’azienda. Infine, la società ha deciso per i licenziamenti di massa.

Non solo Amazon

Il colosso nato da un’idea di Jeff Bezos non è l’unica azienda del tech che, dopo una crescita rapida ed esplosiva, si è vista costretta a rivedere i propri numeri e a ridimensionarsi per non implodere. Anche Meta, colosso digitale che gestisce i social Facebook e Instagram, ha annunciato il licenziamento di più di 11.000 dipendenti (il 13% del personale).

In una lettera ai dipendenti l’amministratore delegato di Vimeo, Anjali Sud, ha affermato che l’azienda sta riducendo la sua forza lavoro dell’11% (stimata in poco meno di 150 dei suoi 1.400 dipendenti); anche l’AD di BuzzFeed Jonah Peretti ha annunciato il licenziamento di 180 dipendenti (12% del personale) a causa della galoppante crisi economica che sta colpendo tutti i settori.

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Fonti: Amazon / The Wall Street Journal

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Laureata in lingue straniere, vegana da 3 anni, scrivere è la mia passione e collaboro con diverse testate su temi a me cari come natura, sostenibilità, stili di vita sani e rispettosi dell’ambiente. Sul mio blog “La strega che scrive” parlo di giornalismo, editoria e letteratura

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