Loop: il pluripremiato cortometraggio sulla possibilità di ribellarsi dagli schemi che vi terrà col fiato sospeso

Loop è un cortometraggio che mostra una società in cui tutti gli individui ripetono sempre più freneticamente le stesse azioni, finché una coppia decide di rompere questa routine. Miglior corto d’animazione ai Premi Goya 2023, ha un finale tutto da vivere (e da interpretare)

In pochi minuti, alcuni cortometraggi riescono a trasmettere un messaggio toccante che merita una riflessione. È il caso di Loop, diretto da Pablo Polledri. In appena 8 minuti riesce a ritrarre una piccola città in cui tutte le azioni degli uomini si ripetono letteralmente e sempre più velocemente.

Una piccola città che può benissimo diventare un piccolo mondo, il nostro, in cui tutti sono presi dalla frenesia e dalla “corsa” contro il tempo verso un non precisato obiettivo. E proprio grazie alla sua potenza visiva e non solo, Loop è riuscito a vincere il premio come miglior cortometraggio d’animazione nel settore audiovisivo iberoamericano ai Premi Goya 2023.

Un processo ripetitivo ed estenuante

Si tratta di una coproduzione ispano-argentina prodotta da UniKo e Maniac Planet. Pablo Polledri, oltre che ad esserne il regista, è anche lo sceneggiatore e il produttore è Iván Miñambres. Come detto, ritrae una società che ha creato un sistema organizzativo che necessita sempre degli stessi determinati comportamenti per funzionare.

All’interno di essa, ogni individuo finisce per essere parte di un ingranaggio in un processo ripetitivo ed estenuante. Ogni personaggio, infatti, ripete la stessa azione all’infinito. Per dare ancor di più sfogo a tutto questo, il corto è realizzato principalmente in 2D digitale con l’uso, appunto, del loop.

Questo piccolo film diventa così una metafora delle attività di routine, dell’automazione umana e della meccanizzazione. Questa è così cresciuta fino a formare una società composta da persone che vivono in questo stato (e torniamo al “loop”), in una ripetizione costante.

La svolta inaspettata: si può essere liberi

Il cortometraggio cerca di farci capire che possiamo però anche essere liberi, possiamo scegliere chi essere in una società. E infatti ad un certo punto avviene un colpo di scena con due personaggi che decidono di rompere questa routine e di volare da soli.

Quello che segue è un inseguimento infernale di questa coppia, che sembra quasi ispirarsi al famoso film capolavoro degli anni ’90, The Truman Show. Il finale è tutto da interpretare e sta a chi lo vede “scegliere” se è positivo o negativo oppure se vederlo ancora in un’altra veste.

Con la sua animazione minimalista e i colori prevalentemente rossi e grigi, il cortometraggio è una vera e propria satira della società. Fa riflettere anche la regia che può apparire atipica, così abituati a vedere produzioni Disney e Pixar realizzate in 3D.

Tuttavia l’effetto è voluto, come ha spiegato lo stesso regista:

I film in 2D sono più legati al cinema indipendente. Nei cortometraggi hai la possibilità di scegliere la tecnica con cui ti senti più a tuo agio, quella che ti piace di più. Sento molta affinità con il 2D. Mi piace perché è una tecnica molto personale che può creare un mondo a . Si fanno i disegni e si può fare quello che si vuole. La ricerca dei cortometraggi d’animazione è di solito del tutto personale e riguarda più che altro la sperimentazione, il provare le cose. Sempre sulla propria strada, perché i cortometraggi non hanno un’industria. Questo è l’aspetto negativo. Ma è anche quello che ti permette di fare quello che vuoi.

Di seguito vi lasciamo il cortometraggio:

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