Tutta la decadenza dei nostri tempi nella posa “instagrammabile” nel campo di sterminio di Auschwitz

Se i prof vi hanno portato da quelle parti un motivo ci sarà e, udite udite, non è quello di trovare a tutti i costi un luogo instagrammabile durante una gitarella qualunque. Proprio no. Viaggiare e conoscere certi posti, talvolta – anzi sempre –, significa fare anche i conti con quel senso vacillante di umanità di cui, piuttosto, dovremmo fare incetta

Quello che fu il campo di sterminio Auschwitz è un luogo dove tiri su il respiro e rimani immobile. È uno di quei posti dove, se sei capace, chiudi gli occhi e senti un pianto. Lo senti bene, lo senti per davvero. È uno di quei posti dove, se ci metti l’anima, certe immagini ti scorrono davanti, perché hai letto, le hai “vissute” tramite certi racconti.

Se ci metti l’anima, ovvio, se in tutto quello che hai letto o ascoltato hai colto il non senso di quanto è accaduto proprio lì, dalla Bahnrampe, dalla rampa dei treni, fino a dentro, fino alle torture, ai criminali esperimenti medici, alle camere a gas.

Capita, poi, che quasi a cadenza regolare, qualcuno tutto questo non lo abbia mai colto. Non abbia mai colto l’idea del numero agghiacciante di persone che sono state portate lì, ammassate senza rispetto alcuno per gli esseri umani. E si scatta foto, nemmeno fosse alle cascate del Niagara.

Ha fatto notizia, infatti, la foto che una ragazza si è fatta scattare alle porte del campo di concentramento, seduta leggiadra e sorridente su quei binari, mano tra i capelli e impettita. Una posa fuori luogo che non è passata inosservata:

Oggi ho vissuto una delle esperienze più strazianti della mia vita. Purtroppo non sembrava che tutti lo trovassero così toccante, scrive qualcuno su Twitter.

1 milione di persone sono state assassinate qui. Non è un posto per i selfie, rincalza qualcun altro.

E non manca il commento di Auschwitz Memorial:

Le immagini possono avere un immenso valore emotivo e di documentazione per i visitatori. Le immagini ci aiutano a ricordare. Quando si arriva ad Auschwitz i visitatori devono tenere presente che entrano nel sito autentico dell’ex campo dove furono assassinate oltre 1 milione di persone. Rispettate la loro memoria.

Eppure quello di questa ragazza non è stato l’unico gesto “narcisista” qui in questi anni. Solo l’anno scorso, una turista pensò bene di mettersi davanti al cancello d’ingresso, dove si trova la celebre scritta “Arbeit Macht Frei”, con il braccio teso per imitare il saluto nazista. Fu  sanzionata. Nel 2013 due cittadini turchi furono ugualmente multati e condannati a sei mesi di carcere per un saluto nazista sempre al campo di sterminio polacco.

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