In Italia parte la corsa alle scorte alimentari: tra catene WhatsApp, razionamenti nei supermercati e sciopero dei trasportatori

Alcuni messaggi inoltrati tante volte, e di cui si perde l’origine, stanno spingendo gli Italiani a fare scorte alimentari. La sola certezza è lo sciopero dei trasportatori (volontario) da lunedì 14 marzo contro il caro carburanti, insieme ai supermercati costretti a fare razionamenti per evitare il rischio accaparramenti

Con il prosieguo dell’attacco russo ai danni dell’Ucraina le incertezze e le ripercussioni a lungo termine non sono ancora chiare per nessuno. La congiunzione tra il conclamato aumento dei prezzi delle materie prime e dei carburanti e la recrudescenza della guerra sta provocando comprensibili allarmi e dubbi nei consumatori. Così anche in Italia sta partendo la corsa alle scorte alimentari.

La psicosi ha già colpito nei giorni scorsi i punti vendita di Sassari, dove gli scaffali sono stati svuotati da generi alimentari a lunga conservazione e acqua. La paura di restare senza cibo è tanta. Ma potrebbe davvero accadere?

Catene di Sant’Antonio

E qui, purtroppo, arrivano le famose catene di messaggi inoltrati via WhatsApp tante e tante volte da far sorgere paure ma anche dubbi. Uno di questi messaggi riporta queste parole:

“Un caro amico che lavora al supermercato mi ha detto che per la questione russa saliranno alle stelle i prezzi di farina pasta pane in cassetta e olio di semi, mi ha consigliato per questo motivo di fare scorta”.

Essendo un messaggio inoltrato non sappiamo chi l’abbia originato, qual è l’amico che lancia l’allarme, in quale supermercato lavori, tra tutti quelli che esistono in Italia. Questi messaggi giocano spesso con le fragilità e i legittimi dubbi che ciascuno può avere ma, se non veri e comprovati, si inseriscono in un flusso di informazioni fuorvianti.

@greenMe

“Signori buongiorno, sappiate che da lunedì i camionisti incroceranno le braccia per quindici giorni, quindi organizzatevi perché presto non arriverà più merce da nessuna parte. Fatevi subito la spesa, non è uno scherzo, ma una cosa serissima”, recita un altro audio virale.

Supermercati, tra scaffali vuoti e razionamenti antipanico

Il dubbio che un messaggio di questo tipo possa essere reale è più che lecito. In Sardegna si sono verificate effettivamente lunghe file ai distributori di carburante e i supermercati hanno visto i loro scaffali svuotati. Tutto era nato con un messaggio audio via WhatsApp diffuso da uno dei partecipanti all’assemblea di autotrasportatori: sciopero di 15 giorni, a partire da lunedì 14 marzo contro il caro benzina, che avrebbe bloccato l’arrivo dei generi alimentari sull’isola. Un’azione volta a chiedere un incontro con la Regione. Sebbene l’associazione Trasportounito pubblica sul suo sito l’esistenza di questa misura, gli organizzatori dell’assemblea hanno affermato che si tratta di uno sciopero su base volontaria.

Anche nell’area di Caserta si è svolta un’assemblea dei trasportatori e si teme che anche nella regione campana possano verificarsi scene simili. Ha poi fatto scalpore la notizia che presso i punti vendita di Coop.Fi sia iniziata una vendita razionata di alcuni alimenti. L’azienda fa sapere che:

“al momento non emerge alcun rischio relativo alla mancanza di prodotti nei propri supermercati a causa della guerra in corso in Ucraina. Tuttavia, alla luce di diversi episodi di accaparramento che si sono verificati nei punti vendita Coop.fi da parte di alcuni operatori commerciali, la Cooperativa ha deciso di mettere un limite all’acquisto di 4 pezzi per carta socio per olio di semi di girasole, farina e zucchero. Prodotti di largo consumo quotidiano. Una decisione che vuole tutelare da eventuali rischi speculativi tutti i soci e clienti che ogni giorno fanno la spesa nei punti vendita Coop.fi”.

Sui social circolano anche alcuni cartelli di vari supermercati, da Ventimiglia a Sanremo, da Treviso a Imperia, parole diverse per uno stesso concetto: niente accaparramenti:

“per gli olii a base di semi (olio di girasole, olio di semi vari, olio per friggere e olio di palma) potrebbero verificarsi temporanee indisponibilità di prodotto a seguito dei recenti eventi che coinvolgono Ucraina e Russia. Per andare incontro alle necessità di ciascun cliente, abbiamo introdotto il limite di acquisto di 50 litri per tessera per giorno con decorrenza immediata e fino a nuova comunicazione”.

Razionamenti non solo in Italia

Anche l’Associazione spagnola dei distributori (Asedas) annuncia il limite di vendita di olio di girasole a causa di “comportamenti atipici dei consumatori che si sono verificati nelle ultime ore”.

Ma in Spagna, dove la situazione non è troppo dissimile da quella italiana, tranquillizzano: la domanda anomala riguarda un numero molto limitato di prodotti legati all’olio di girasole dall’Ucraina e ci sono alternative sia per origine che per prodotto:

“la Spagna è il primo produttore mondiale in molte delle famiglie di prodotti che compongono le categorie dei grassi vegetali. La catena alimentare spagnola è straordinariamente efficiente e ha una capacità sufficiente per rifornire il mercato con questi prodotti. Le istituzioni europee, il governo ei settori più direttamente interessati stanno adottando misure per alleviare questa specifica situazione”.

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Cosa dicono le fonti ufficiali?

Sicuramente si guarda con attenzione agli sviluppi della situazione ma allo stesso tempo non sti sta con le mani in mano. Coldiretti ha partecipato al tavolo organizzato al Ministero delle Politiche Agricole dal Sottosegretario Gian Marco Centinaio: l’associazione ha affermato che gli agricoltori sono:

 “pronti a coltivare da quest’anno 75 milioni di quintali in più di mais per gli allevamenti, di grano duro per la pasta e tenero per la panificazione, per rispondere alle difficoltà di approvvigionamento dall’estero determinate dalla guerra”.

Presso la Presidenza del consiglio dei ministri si è riunito il Nucleo interministeriale situazione e pianificazione (NISP) un coordinamento tra ministeri ed enti in ottica di prevenzione e preparazione dell’eventuale crisi con focus specifico sulla crisi energetica e anche di reperimento merci. Non si esclude la possibilità di abbassare i riscaldamenti di un grado, di ridurre le ore di utilizzo dei caloriferi, di diminuire l’illuminazione dei palazzi pubblici. Insomma si preparano le risposte a diversi possibili scenari. Dal Vertice informale di Versailles dei Capi di Stato e di governo dell’Unione europea, il Premier Mario Draghi ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:

“La nostra economia non è in recessione, la nostra economia continua a crescere ma c’è stato un rallentamento. In Consiglio dei ministri ho detto che dobbiamo affrontare queste strozzature nell’offerta, questa mancanza di materie prime subito in tutti i settori, sostenendo le famiglie subito ma anche diversificando le fonti di approvvigionamento.

La situazione oltre i confini italiani

La FAO osserva attentamente la situazione in Ucraine e le ricadute sulla sicurezza alimentare nel mondo, soprattutto per i paesi più poveri, che non sono autosufficienti e che dipendono quasi totalmente dall’import di cibo. Un team di oltre 80 esperti sono nella ovest dell’Ucraina per assistere gli agricoltori. Sono stati richiesti 183,5 milioni di dollari per fornire aiuti alimentari e sostegno ai mezzi di sussistenza agricoli nell’ambito del più ampio appello lampo delle Nazioni Unite, fondi per sostenere i piccoli agricoltori a piantare i loro campi, raccogliere i loro raccolti, salvare il loro bestiame e continuare a produrre cibo.

Inoltre, si guarda alla prossima stagione di semina che da calendario è imminente, oltre alla preparazione dei campi per piantare grano, orzo, mais e girasole. Di certo gli attacchi e il riposizionamento delle armate russe in queste ore rende ogni operazione complessa con possibili impatti sulla sicurezza alimentare sia a breve che a lungo termine.

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FONTI: FAO; Trasporto Unito; Il Salvagente; Coldiretti; Governo italiano

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