Registro delle opposizioni: ti spiego come mai le telefonate moleste non sono scomparse

Dopo quasi due anni, sembra rimanere costante un dato: il Registro delle opposizioni è stato un totale flop

Era il luglio del 2022 quando venne salutato con parecchio entusiasmo il cosiddetto Registro delle opposizioni, col quale avremmo potuto dire addio alle moleste telefonate di telemarketing non solo sul telefono di casa ma anche sul proprio smartphone.

Ma da allora, quasi a cadenza regolare, esce un unico allarmante dato: il Registro delle opposizioni è un flop! Il motivo? Semplice: molte persone continuano a ricevere chiamate indesiderate anche dopo l’iscrizione al Registro.

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Ma come mai?

Cos’è il Registro delle opposizioni

Si tratta di un elenco pubblico (il primo fu istituito nel 2010 ed era limitato solo ai numeri telefonici fissi) cui è possibile iscriversi per non essere contattati dagli operatori di telemarketing e dalle telefonate pubblicitarie e commerciali, anche se provengono da sistemi robot. In teoria, quindi, è un servizio – gratuito – che prevede il blocco del trattamento dei propri dati personali, a partire dal numero di telefono, da parte degli operatori che svolgono attività di marketing.

Iscriversi è molto semplice: possiamo farlo sul portale dedicato messo a disposizione dal Ministero e compilare il form dedicato, per bloccare immediatamente la ricezione delle telefonate moleste; o telefonare al numero verde 800.265.265 con l’apparecchio telefonico (fisso o mobile che sia) che vogliamo iscrivere al registro; o ancora possiamo inviare il modulo di iscrizione al registro all’indirizzo di posta elettronica abbonati.rpo@fub.it.

Dopo 15 giorni, dovrebbe attivarsi il blocco delle chiamate, sia quelle promozionali che quelle fatte da operatori umani e quelle automatizzate (con i cosiddetti “robocall”), provenienti sia dall’Italia che dall’estero. Soltanto le compagnie con le quali si ha un contratto attivo, oppure scaduto da meno di 30 giorni, possono continuare a contattare gli utenti iscritti al Registro.

Ma funziona? Non esattamente.

Il telemarketing selvaggio e i call center abusivi

Non esattamente. Già un anno fa, il ministro Urso durante un’audizione alla Camera disse che “il sistema funziona per quanto riguarda il mercato regolare della raccolta dei consensi e dei controlli”, mentre, quanto a quello “irregolare”, “le numerazioni vengono carpite in modo illegittimo e i chiamanti nascondono o modificano i propri numeri di telefono per non essere richiamati”.

Nel luglio del 2023, poi, secondo un comunicato pubblicato sul sito del Registro lo strumento aveva “contribuito in modo significativo a limitare le chiamate indesiderate”, ma rimanevano comunque alcuni problemi legati al “telemarketing selvaggio”.

Nel frattempo, il Garante della privacy ha attribuito questa falla a tutti quei call center “abusivi” che non rispettano le regole, in genere piccole società collegate tra loro, difficili da individuare e quindi da sanzionare. Ci sono anche casi in cui le grandi aziende appaltano le operazioni di telemarketing a società terze senza fare i dovuti controlli, favorendo le attività illecite.

Tutte queste si servono spesso del cosiddetto spoofing telefonico, con cui si crea ad hoc un numero in modo tale che il destinatario della chiamata ne veda uno diverso da quello reale (è il caso di quando riceviamo una telefonata da un numero sconosciuto e, quando proviamo a richiamarlo, risulta inesistente).

Lo scorso luglio l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, l’Agcom, approvò un Codice di condotta sui call center che obbliga gli operatori a poter essere richiamati dal cliente. Inoltre tutti gli operatori di telemarketing devono registrarsi al sistema del Registro delle opposizioni: l’elenco è consultabile qui.

Come denuncio le chiamate illecite?

Per sapere se il call center che ci ha contattato opera regolarmente è possibile inserire il numero nel Registro degli operatori di comunicazione (ROC), gestito dall’Agcom.

È possibile denunciare al Garante le chiamate che pensiamo di aver ricevuto in modo illecito, tramite un apposito modulo da compilare online, o all’Agcom. La mancata osservanza del Registro può essere punita con multe fino a 20 milioni di euro o, per le imprese, fino al 4% del fatturato mondiale relativo all’anno precedente.

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