Pitru Paksha: la suggestiva tradizione induista che celebra gli antenati attraverso offerte di acqua e cibo

Gli induisti dedicano alla commemorazione dei defunti due settimane e in questo periodo, solitamente compreso tra settembre e ottobre, li onorano con preghiere, rituali, offerte di cibo e acqua

Si chiama Pitru Paksha la ricorrenza indù che rende omaggio agli antenati attraverso offerte di cibo, preghiere e rituali, celebrata ogni anno tra settembre e ottobre.

Secondo la tradizione indù, le anime delle tre generazioni precedenti dei propri antenati risiedono, in attesa di raggiungere il paradiso, nel mondo degli avi chiamato Pitruloka, un regno situato tra cielo e terra governato da Yama, il dio della morte.

Queste anime, nel periodo dell’anno in cui il Sole entra nel segno zodiacale della Vergine, lasciano temporaneamente Pitruloka per raggiungere le case dei loro discendenti, finché il Sole non entra nel segno zodiacale dello Scorpione e appare la luna piena.

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Durante la cosiddetta quindicina oscura, gli indù sono tenuti a ricordare gli antenati e a eseguire il rituale shraddhaa, con offerte di acqua e cibo, per aiutarli a non patire la fame nell’altro mondo e a riposare in pace. I rituali avvengono al tramonto in prossimità di fiumi o corsi d’acqua e sono anticipati spesso da digiuni e riti di purificazione. Si ritiene che se il cibo offerto viene mangiato dai corvi, considerati messaggeri tra i due mondi, gli avi hanno accettato il dono.

Ogni giornata del Pitru Paksha è dedicata a diverse tipologie di defunti, fatta eccezione per il giorno di luna nuova chiamato “Sarvapitri Amavasya”, destinato a tutti gli antenati indipendentemente dal giorno lunare del decesso.

Il motivo per cui le offerte di cibo sono così importanti per gli antenati è spiegato nel poema del Mahabharata, dove si narra che il re Karna dopo la morte raggiunse il paradiso, ritrovandosi circondato da dei che gli offrivano soltanto cibo fatto d’oro, impossibile da mandare giù.

Karna in vita era stato molto generoso e a chiunque gli chiedesse aiuto donava oro, ma si era dimenticato dei suoi antenati, ai quali non aveva mai donato offerte di cibo e acqua. Ecco perché in paradiso si ritrovò affamato e assetato.

Tuttavia gli dei, avendo pietà di lui, gli concessero di tornare sulla terra per rimediare all’errore, e da allora egli raggiunge il mondo dei vivi durante le due settimane del Pitru Paksha.

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FONTI: adotrip/Siddha Yoga

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