Noam Chomsky: “Solo un Green New Deal potrà salvarci da un nuovo disastro peggiore di questa pandemia”

Secondo Chomsky, mettere le funzioni pubbliche sotto controllo privato è una delle cause di gran parte del disastro della crisi dovuta al coronavirus.

È una lunga lotta contro forze potenti: non le manda a dire Noam Chomsky, intellettuale, scienziato e attivista politico americano, che – alla luce di come gli Stati si sono comportati nel fronteggiare l’emergenza coronavirus – chiede un significativo cambiamento di rotta.

E no, purtroppo ancora non c’è stato (nonostante tutto quello che ha portato alla luce la pandemia di coronavirus).

Secondo Chomsky intervistato da Marta Peirano per El Pais, mettere le funzioni pubbliche sotto controllo privato è una delle cause principali di gran parte del disastro della crisi dovuta al coronavirus.

Ed è per questo che sarebbe quanto mai urgente un Green New Deal, essenziale per la sopravvivenza.

Noam Chomsky, 91 anni, è il fondatore della linguistica contemporanea e pensatore cruciale della sinistra. È anche uno dei promotori di Progressive International, una coalizione di intellettuali, attivisti e leader politici di sinistra di tutto il mondo e rappresentanti di India, Africa e America Latina.

In un’altra intervista lasciata a The Guardian, Chomsky già aveva affermato che l’urgenza creata dalla crisi Covid-19 ha spinto ad approfondire le disuguaglianze economiche e l’ascesa dell’estrema destra.

Ora, a El Pais conferma: è necessario  aprire le porte a alternative che riguardino il benessere delle persone e non l’accumulo di ricchezza e potere.

Ed è questa la direzione che stiamo prendendo?

Ebreo americano di origine russa, Noam Chomsky (nato a Filadelfia nel 1928), ha studiato filosofia e matematica all’Università di Pennsylvania e si è poi specializzanto in linguistica. È fondatore della teoria generativista, che ha avuto grosse ricadute nell’ambito della ricerca psicologica, logica, filosofica, e sue sono le critiche più dure nei riguardi del neoliberismo.

Nell’intervista parte proprio da qui: i cicli storici non sono predeterminati, sono il risultato delle azioni delle persone e il periodo neoliberista, afferma, fu costruito distruggendo i movimenti dei lavoratori.

Ma si potrebbe pensare anche solo lontanamente che questa quarantena potrebbe essere la prova di un vero “sciopero generale”.

“Stava già accadendo, anche prima della pandemia – dice. Negli ultimi due anni, anche negli Stati Uniti, c’è stata una ripresa della potenza di sciopero. Perfino insegnanti di Stati conservatori e non sindacali hanno espresso la propria opinione contro la distruzione dell’istruzione pubblica secondo principi neoliberali; la perdita di finanziamenti, la massificazione delle classi, i programmi basati sui test progettati per creare automi. Hanno dimostrato in Virginia, in Arizona, non solo di migliorare le condizioni salariali, ma anche di migliorare le condizioni di insegnamento. E hanno ottenuto un grande supporto sociale, anche negli stati più reazionari. Poi ci sono industrie come General Motors. C’è una rigenerazione del movimento operaio e di altri movimenti e non è marginale. Se non otteniamo una sorta di New New Deal verde (proposta per trasformare il sistema economico attraverso una drastica riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e la scommessa sull’efficienza energetica), sarebbe una disgrazia”.

Chomsky di fatto si focalizza su un punto: se non parliamo della causa reale di questa pandemia, la prossima sarà inevitabile e sarà peggiore della precedente, a causa proprio della poca attenzione dedicata alla radice del problema.

Questo è un sistema di propaganda efficiente: ignora ciò che è importante. Non vuole che le persone abbiano idee diverse”, dice.

Per porre fine alla crisi, è necessario porre fine alle emissioni. Ci sono piccole startup che sviluppano soluzioni per farlo, ma hanno bisogno di supporto finanziario e in questo molti governi fanno orecchie da mercante.

Guarda la lotta per i diritti delle donne. Non è come se qualcuno si alzasse nel 1965 e dicesse che guadagneremo i diritti delle donne. Questa è una lunga lotta contro forze potenti”.

E sulla questione che questa pandemia sia o meno l’occasione per cambiare il modo in cui ci relazioniamo alla natura? Lo chiede Cristina Magdaleno su El Dìa.

Questo dipende dai giovani – conclude Chomsky. Dipende dalla reazione della popolazione mondiale. Potrebbe portarci a Stati autoritari e repressivi, che accentuino ancora di più il modello neoliberista. Bisogna ricordarselo: il capitalismo non cede. Pretendono più finanziamenti per i combustibili fossili, distruggono i regolamenti che offrono una certa protezione… Nel bel mezzo della pandemia negli USA sono state eliminate norme che limitavano l’emissione di mercurio e di altre sostanze nocive […] E se nessuno si oppone, questo è il mondo che ci resterà”.

Fonti: El Pais / The Guardian / El Dìa

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