Myanmar: addio a Kyal Sin, la 19enne uccisa durante un corteo. Era considerata “l’angelo” delle proteste contro il golpe

A soli 19 anni Kyal Sin era diventata l'angelo delle proteste contro il golpe in Myanmar, ma purtroppo ha pagato il suo impegno e il suo coraggio con la sua stessa vita. La ragazza, infatti, è stata uccisa a colpi di arma da fuoco lo scorso mercoledì, durante un corteo.

Si chiamava Kyal Sin, ma in Myanmar era meglio conosciuta come Angel. E a soli 19 anni era diventata simbolo, o appunto “angelo”, delle proteste contro il golpe nel Paese, ma purtroppo ha pagato il suo impegno e il suo coraggio con la sua stessa vita. La ragazza, infatti, è stata uccisa a colpi di arma da fuoco lo scorso mercoledì, durante un corteo a cui stava partecipando per esprimere il suo dissenso nei confronti del colpo di stato, che ha in ginocchio il Paese asiatico, divenuto ormai teatro di violenze e arresti a tappeto.

Mercoledì Kyal Sin indossava la maglietta con una frase che invitava alla speranza: Andrà tutto bene, senza sapere che quel giorno la sua vita sarebbe stata stroncata dalla violenta repressione golpista.

Al funerale di Angel, che si sono svolti il giorno successivo a Mandalay, hanno partecipato migliaia di cittadini, intonando canzoni rivoluzionarie e slogan contro il colpo di stato.

Anche sui social sono comparsi numerose vignette e diversi messaggi di cordoglio e di ammirazione nei confronti di Kyal Sin, ormai considerata un’eroina nel Paese.

Angel è una delle tante vittime della sanguinosa repressione golpista

Kyal Sin è una dei numerosi martiri del colpo di stato militare, iniziato con l’arresto dei principali leader del partito di maggioranza, tra cui il Premio Nobel Aung San Suu Kyi. Dall’inizio del golpe, messo in atto dalle forze armate la mattina del 1º febbraio, il bilancio è salito a oltre 50 vittime, mentre gli arresti sono stati più di 17000. Lo scorso mercoledì, in cui sono stati trucidati 38 manifestanti (tra cui Kyal Sin) in varie città, è stato il giorno più sanguinoso per tutto il Paese.

Mentre la violenza continua a imperversare in Myanmar e cresce il numero delle vittime della repressione, diversi Paesi del mondo e istituzioni stanno condannando il golpe, tra cui anche l’Unione europea.

“Basta con la spirale di violenza contro i manifestanti pacifici” – ha scritto su Twitter Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, Charles Michel – “Il percorso democratico deve essere ristabilito. L’uccisione di civili innocenti non resterà impunita. L’Ue sta preparando le misure contro i responsabili“.

Ma nonostante i vari appelli, prosegue la scia di sangue nel Paese, da troppi anni martoriato da conflitti e dittature, ma dove i cittadini sono animati da un forte desiderio di pace e libertà.

Fonte: BBC/Twitter

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