Mutilazioni genitali femminili: il Gambia sta per revocare il divieto, sarebbe il primo stato del mondo a tornare indietro

I legislatori del Paese dell’Africa occidentale hanno votato a favore di un disegno di legge che abrogherebbe un divieto del 2015. Se supererà la tornata finale di votazioni, il Gambia diventerà la prima nazione a revocare le protezioni contro la pratica delle mutilazioni genitali

Un clamoroso passo indietro sta per compiersi in Gambia: i legislatori hanno infatti votato a favore di una misura che potrebbe revocare il divieto di escissione dei genitali femminili, rimuovendo così tutte le tutele legali per milioni di ragazze (e sollevando il timore che altri Paesi possano seguirne l’esempio).

Nove anni fa, il Governo della Repubblica del Gambia aveva approvato il Women’s (Amendment) Act, che vieta proprio la circoncisione femminile. Revocare questo divieto ora, di fatto, annullerebbe decenni di lavoro per porre fine al taglio dei genitali femminili, un rituale secolare legato a idee di purezza sessuale, obbedienza e controllo.

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Se il disegno di legge supererà le fasi finali, la piccola nazione dell’Africa occidentale diventerà la prima nazione al mondo a revocare le protezioni contro i tagli, che violano il diritto delle ragazze e delle donne alla salute e all’integrità fisica.

E, secondo gli analisti, probabilmente sarà proprio così.

Legalizzarlacostituirebbe una violazione della Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW), della Convenzione sui diritti dell’infanzia e della Carta africana sui diritti e sul benessere dell’infanzia, tutte ratificate dal Gambia. Violerebbe anche il principio della “pari dignità della persona” garantito dalla Costituzione gambiana, dice Michèle Eken, ricercatrice senior presso l’ufficio di Amnesty International per l’Africa occidentale e centrale. Inoltre, il governo del Gambia deve affrontare le cause profonde e i fattori che determinano le MGF e attuare politiche globali che consentano alle donne e alle ragazze di rivendicare ed esercitare i propri diritti umani.

Secondo l’UNICEF, circa il 46% delle ragazze di età pari o inferiore a 14 anni ha subito mutilazioni genitali femminili in Gambia, percentuale che sale al 73% per le ragazze e le donne tra i 15 ei 49 anni. La MGF può portare a una serie di complicazioni di salute tra cui dolore cronico, infezioni, travaglio difficile e persino la morte durante o dopo la mutilazione.

In ogni caso, da quando la MGF è stata messa al bando in Gambia nel 2015, solo due casi sono stati perseguiti e la prima condanna per aver eseguito la MGF non è stata emessa fino all’agosto 2023.

E invece di provare ad andare avanti e applicare finalmente la legge, il Parlamento sta valutando di invertire la tendenza.

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