Morta a 93 anni Hebe de Bonafini, la Madre che sfidò la dittatura argentina

Attivista argentina co-fondatrice delle Madri di Plaza de Mayo. Una strenua combattente che con ostinazione ha speso la sua vita per ottenere verità e giustizia contro le violazioni dei diritti umani commesse durante la dittatura militare del paese negli anni ‘70 e ‘80

C’è un capitolo nero che è durato anni, che si è svolto in Argentina ma che riguarda tutti noi. Una storia di una dittatura e di migliaia e migliaia di dissidenti letteralmente scomparsi. Sono i 30mila desaparecidos, il bilancio di una ferita profondissima con cui l’Argentina ancora si trova a fare i conti.

In mezzo a tutto questo ci furono loro, le Madri delle vittime, che iniziarono a protestare prima e a riunirsi pacificamente poi in Plaza de Mayo, a marciare in un cerchio, con in testa fazzoletti bianchi o i pannolini di carta dei loro figli.

Con in mano le foto dei scomparsi, per anni quelle Madri hanno cercato di far sentire la propria voce e, per anni, si sono susseguiti sequestri, sparizioni, maternità negate, sottrazioni di minori. Tutto, mentre il mondo andava avanti senza accorgersi di niente.

Un altro fenomeno fu quello delle donne incinte arrestate o rimaste incinte dopo le violenze subite nei centri di detenzione: molte di loro partorirono mentre erano detenute, molte furono uccise e i loro figli illegalmente affidati in adozione a famiglie di militari o poliziotti.

Ciao, Hebe

Ci hanno arrestato, ci hanno picchiato, siamo venute con le parrucche in modo che non potessero identificarci, disse Bonafini a Reuters nel 2007.

Ieri ci ha lasciato, all’età di 93 anni, proprio lei, Hebe María Pastor de Bonafini, conosciuta come Hebe de Bonafini, tra le fondatrici delle Madri di Plaza de Mayo nel 1977. La dittatura le ha portato via due figli e una nuora: Jorge Omar, che fu sequestrato l’8 febbraio del 1977 a La Plata, e Raúl Alfredo, portato il 6 dicembre dello stesso anno a Berazategui.

L’anno successivo, il 25 maggio, fu la volta di sua nuora, la moglie di Jorge, María Elena Bugnone Cepeda. La sua terza figlia María Alejandra. invece, non fu sequestrata ma torturata proprio nella casa di Hebe, a La Plata.

La notizia della morte di Hebe giunge proprio nella giornata della Sovranità Nazionale in Argentina. Guarda, a volte, il destino.

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