L’incredibile storia del pastore sardo che ha sconfitto da solo le lobby del cemento e impedito la costruzione di nuovi resort

Una carovana di agenti immobiliari e di avvocati, in giacca e cravatta a fiutare affari. Qui, terra sarda, il suolo è bene prezioso che alletta e profuma di soldi, lo dice bene tutto il cemento che ha lussuosamente coperto la Costa Smeralda. È la vita mondana che piace a molti, certo, ma non a tutti. Qui c’è anche Ovidio, che la sua terra se la suda e la protegge

Ovidio ha la pelle arsa dal sole e una magnifica parlantina in sardo stretto, idee chiare su cosa non vuole: una colata di cemento in cambio di soldi. Tanti soldi. Qui, a Capo Malfatano, nel sud della Sardegna, i costruttori li ha bloccati tutti già da anni. Avevano iniziato a costruire un villaggio, ma Ovidio Marras, pastore, il suo terreno non lo ha mai voluto lasciare. Ha fatto causa e ha vinto.

La terra resta, i soldi, anche se non hanno le ali, volano”, diceva. E quest’anno ha compiuto 93 anni. Di quel “costruiremo a Tuerredda hotel a 5 stelle con lussuose suite per gente ricca, dicci tu la cifra e noi te la diamo” non ha mai saputo che farsene.

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Ha fatto spallucce e tirato avanti, contro i pescecani venuti fuori dai loro giri supermilionari.

Cos’era accaduto

Quel pezzo selvaggio di Sardegna, vicino alla splendida spiaggia di Tuerredda, faceva gola a tutti. Ci volevano costruire (anzi, lo avevano già  fatto) un resort a cinque stelle, espropriando Ovidio Marras e proponendogli in cambio una marea di soldi.

Suite sul mare distribuite in 15 palazzi di 10 piani, nell’ennesima terribile colata di cemento che avrebbe distrutto la bella costa sarda e che avrebbero tolto a Ovidio il suo lavoro e la sua vita, qualcosa che era suo da almeno due generazioni. I lavori furono assegnati alla Sitas, società che vede aveva tra i propri azionisti i signori stranoti del cemento nostrano: Silvano Toti, il gruppo Benetton, Sansedoni del gruppo Montepaschi. E, alla fine la gestione della mega struttura turistica sarebbe andata alla Mita Resort di Emma Malcegaglia.

Non se ne fa nulla, però. Perché Ovidio li ha portati uno ad uno tutti in tribunale. Quei colossi dell’economia vadano via.

Ha difeso il suo diritto di passare nella stradina che collega da decenni i suoi terreni alla costa e che una parte della costruzione aveva occupato in maniera arbitraria e illecita. Ovidio ha vinto definitivamente. Ha vinto in Cassazione. Non potranno costruire e quanto già costruito è stato buttato giù.

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