In questo liceo romano pochi compiti e niente voti: la scuola “senza stress” per studenti più sereni e motivati

Pochi compiti e voti ragionati insieme agli studenti, visti come tappa di un percorso e non come meta finale: in questo liceo di Roma la scuola ripensa se stessa - per il benessere degli studenti

Pochissimi compiti a casa e niente voti o giudizi per non creare stress fra i ragazzi né stimolare sentimenti di competizione “malata”: siamo al liceo Morgagni, nel cuore della Capitale, e questo è un progetto che va avanti già da alcuni anni – con ottimi risultati sia dal punto di vista del rendimento che da quello del benessere degli studenti.

L’esperimento pilota ha coinvolto due sole classi del liceo scientifico, che sono arrivate alla maturità con questo metodo didattico alternativo. I risultati sono stati così promettenti e incoraggianti che la dirigenza scolastica ha deciso di estendere la “scuola senza voti” a un’intera sezione.

In un’intervista alla testata Il Corriere della Sera, il professore di matematica e fisica dell’istituto spiega come è nata l’idea di eliminare le valutazioni, fonte di stress per i ragazzi. In effetti, la maggior parte degli studenti si concentra sul voto come fosse il risultato di una prestazione, e a questo attribuisce un enorme valore – dimenticando che si va a scuola per studiare e crescere, non per prendere buoni voti.

Ricevere un brutto voto è un’esperienza profondamente demoralizzante per i ragazzi, che magari finiscono per perdere entusiasmo nello studio e interesse nella materia. Questo, in una fase della vita in cui curiosità e vivacità intellettuale rappresentano il più importante motore per la crescita e lo sviluppo, può rivelarsi molto controproducente.

Ma non è solo il voto negativo ad avere un effetto negativo sugli studenti, è anche la consapevolezza di dover essere valutati e giudicati (dai docenti prima, dai genitori poi) e di subire il confronto con i compagni a generare ansia e frustrazione e a spegnere ogni entusiasmo nei confronti del processo di apprendimento.

Ma in cosa consiste questo metodo educativo? Sono davvero aboliti compiti e verifiche, per non creare “ansia da prestazione”? Ovviamente no: le verifiche (scritte e orali) esistono, e i voti anche – per obbligo ministeriale.

La differenza con la scuola tradizionale sta nel fatto che lo studente non diventa un mero numero sul registro, ma resta comunque un individuo con dei bisogni e delle necessità. I docenti non si limitano ad apporgli un’etichetta numerica, ma si impegnano a spiegare i motivi dietro quella valutazione.

Inoltre, si pone l’accento su quali siano gli spunti per cambiare e migliorare, quali siano le occasioni di riflessione e recupero (in caso di brutto voto), quali possano essere i momenti di collaborazione con i compagni per un miglioramento della classe nel suo complesso.

Questo nuovo metodo porta con sé una vera e propria rivoluzione che coinvolge tanto i docenti quanto gli studenti. Da una parte, i professori devono ripensare il loro modo di fare didattica e diventare motivatori degli alunni, oltre che docenti: per questo motivo gli insegnanti del liceo Morgagni hanno seguito un adeguato percorso di formazione.

Dall’altra, gli studenti devono imparare a collaborare fra loro, a diventare alleati e non nemici in perenne competizione per un voto più alto. Anche loro hanno dovuto cambiare completamente il loro modo di vedere la scuola e il processo di apprendimento, ripensarlo in maniera più serena e lieve.

I risultati positivi ottenuti in questi anni dalle classi “senza voti” sembrano incoraggiare questo modo di fare scuola, ma la strada verso l’accettazione di questo metodo di insegnamento sembra essere ancora lunga e tortuosa: ci sono stati infatti genitori che, scandalizzati da questa offerta formativa, hanno preferito spostare i propri figli in classi “tradizionali”.

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