Cornetto napoletano: origini, simbologia e storia del famoso amuleto portafortuna

A Napoli lo chiamano "o curniciello", è di colore rosso vivo e per funzionare dev'essere per forza regalato. Non vale acquistarlo per se stessi!

A Napoli lo chiamano “o curniciello”, è di colore rosso vivo e secondo la tradizione, per adempiere alla sua preziosa funzione scaramantica, dev’essere realizzato a mano in un materiale poroso.

Sarebbero infatti le energie positive del suo creatore a fungere da protezione contro il malocchio mentre le porosità del materiale servono ad assorbire le negatività. Deve inoltre essere “tuosto, vacante, stuorto e cu ‘a ponta”, vale a dire “rigido, cavo all’interno, storto e a punta”.

Altro requisito indispensabile: riceverlo in regalo. Ma attenzione, bisogna attivarlo pungendo il palmo della mano sinistra del destinatario con la sua punta in modo che il corno riconosca il proprietario. Se quest’ultima dovesse accidentalmente rompersi niente paura, significa che ha accumulato energie negative svolgendo egregiamente il suo compito.

Come mai porta fortuna? Si deve alla sua forma fallica, simbolo fin dal neolitico di fertilità, virilità e forza. A quei tempi le corna degli animali uccisi venivano appese all’ingresso delle capanne per ostentare la propria forza e assicurarsi al tempo stesso protezione.

Ma se la simbologia del corno è diffusa in numerose culture fin dall’antichità, il curniciello napoletano discende dal fallo del Dio della mitologia greca e romana Priapo, noto per la lunghezza del suo pene, associato all’istinto, alla forza sessuale maschile, all’abbondanza e alla fertilità della natura. Non a caso nell’antichità il fallo veniva raffigurato sopra le porte delle case per proteggere la dimora e assicurare fertilità nei campi.

Con l’avvento della Chiesa, spiega “Itinerari della Campania”, le raffigurazioni falliche vennero progressivamente vietate e si tramutarono nella forma di un corno. Quest’ultimo infatti ricorda vagamente un fallo e adempie una funzione protettiva proprio come le corna degli animali utilizzate a scopo difensivo.

E il colore rosso? E’ associato al sangue (quindi alla vita), ma potrebbe anche derivare dal colore del peperoncino, che bruciando la bocca allontana simbolicamente le malelingue.

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FONTI: Itinerari della Campania

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