Con più donne nei consigli comunali ci sarebbero meno corruzione e aumento della raccolta differenziata

Lo conferma una ricerca italiana che ha analizzato i dati raccolti in 103 province in un arco di tempo di 10 anni. Uno studio che dimostra come la presenza femminile si importante, in un momento storico in cui da un lato si approvano leggi per le quote rose e dall’altro sono ancora pochissime quelle in corsa per ricoprire, ad esempio, la carica di sindaco in Italia.

Recentemente è stato annunciata la legge europea in merito alla presenza delle donne nei consigli di amministrazione. Parliamo di quote rose imposte perché ancora c’è bisogno di questo strumento per favorire un’equa rappresentanza di generi. La politica comunitaria, con grande lentezza, cerca di sopperire alla mancanza di salto culturale del quale si sente una grande necessità. Eppure, anche parlando di ruoli diversamente centrali, gli effetti positivi della presenza e del lavoro femminile è tangibile.

Amministrazioni e rappresentanza di genere

È possibile collegare la buona salute di un’amministrazione con una maggiore rappresentanza femminile? Secondo un recente studio la risposta è sì anche analizzando un settore in particolare. I fattori che influenzano i tassi di raccolta differenziata delle province italiane: un’indagine empirica è il titolo di una ricerca condotta dalla professoressa Giulia Romano dell’Università di Pisa assieme a un gruppo di economisti delle università di Firenze, Chieti-Pescara e L’Aquila.

I dati della ricerca

Lo studio si basa sull’analisi dei dati raccolti in 103 province italiane dal 2007 al 2016 dove sono stati messi in relazione fattori quali corruzione, reati contro la pubblica amministrazione e presenza femminile nei consigli comunali per valutare la gestione dei rifiuti. È emerso come il tasso di raccolta differenziata aumenti dove i reati contro la pubblica amministrazione sono maggiormente perseguiti, dove è più elevato il numero di donne elette nei consigli comunali, dove gli abitanti hanno reddito, età e anche titolo di studio più alti. Come afferma la professoressa Romano:

(…) i risultati mostrano che le donne, nel loro ruolo di consigliere comunali, sono più sensibili degli amministratori uomini nel raggiungere gli obiettivi previsti di raccolta differenziata. E l’essere donne vale ancora più che essere giovani: la nostra analisi ha mostrato che il genere incide di più rispetto all’età nel promuovere comportamenti ambientalmente virtuosi».

Aree di lavoro delle donne in politica

Molto spesso ministeri o deleghe connesse alle politiche sociali, parità di genere o all’ambiente sono in capo alle donne proprio per questo binomio atavico donna uguale cura o accudimento. Non è una prerogativa solo italiana ma mondiale come dimostra una ricerca condotta dall’organizzazione Inter – Parliamentary Union. La stessa, però, nota come dal 2021 inizia ad accrescere la presenza femminile anche per gli affari interni, la difesa e gli affari esteri.

Come sempre piccoli passi, importanti certo, ma ancora lenti. Basta osservare le liste della tornata elettorale di giugno 2022: in città come Parma non ci sono donne nella sfida elettorale mentre sono solo 15 quelle che corrono per la carica di sindaco in 26 città capoluogo. Un report del 2019 dell’Associazione dei comuni italiani, le donne che ricoprono la carica di sindaco sono 1.065, il 13% circa dei 7.904 Comuni.

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Fonti: Science Direct/ Inter – Parlamentary Union

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